Compie vent’anni oggi uno dei sistemi di comunicazione più usato degli ultimi tempi.
Il primo SMS (acronimo dall’inglese Short Message Service) fu infatti inviato il 3 dicembre del 1992 dall’ingegnere 22enne Neil Papworth. Sorteggiato per testare il servizio egli inviò il primo “Buon Natale” via SMS ad un dirigente della Vodafone.
Il messaggio fu composto utilizzando la tastiera di un computer in quanto all’epoca i telefono portatili non avevano le lettere memorizzate sulle tastiere. Lo scopo era inizialmente quello di realizzare un sistema di comunicazione interno, racconta Papworth in una intervista alla BBC, “in modo che le segretarie potessero rimanere in contatto con i loro capi, inviare loro messaggi e dire loro cosa fare e dove andare”.
Nessuno immaginava allora la portata rivoluzionaria del sistema creato, nel 2008 sono stati inviati circa 4.100 miliardi di SMS, e nonostante la diffusione delle chat sui telefoni portatili il numero di SMS spediti ogni anno è in continuo aumento.
L’SMS non è stato tuttavia una rivoluzione solo nel mondo delle telecomunicazioni ma anche, e secondo molti purtroppo, nel mondo della comunicazione. Poco meno di un anno fa infatti uno studio dell’università di Calgary, in Canada, ha pubblicato dati sconfortanti sulla diffusione degli SMS. Secondo lo studio infatti l’utilizzo elevato degli SMS limita l’arricchimento del linguaggio portando a difficoltà interpretative e di apprendimento di nuovi termini.
Banalmente leggere libri o giornali invita ad ampliare il proprio lessico, mentre l’SMS lo riduce all’utilizzo dei soli vocaboli già noti. Le comunicazioni via SMS sono semplici, veloci e spesso anche sgrammaticate. Ciò che più preoccupa è la diffusione di questo modo di esprimersi anche ad altre forme di scrittura e comunicazione.
di Redazione
foto: wikipedia.org
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