Era il 13 gennaio 2012 – esattamente un anno fa – quando la Costa Concordia, partita da Civitavecchia in direzione Savona, urtava il più piccolo degli scogli di roccia granitica situato a circa cinquecento metri dal porto dell’Isola del Giglio, causando trenta vittime e due dispersi tra i passeggeri. Una falla di settanta metri nello scafo ha costretto la nave in uno stato di semi-affondamento, in cui si trova tutt’oggi. Da tempo centinaia di operai specializzati, tecnici, ingegneri e sub, come pure decine di mezzi navali, lavorano senza sosta affinché si possa effettuare con sicurezza l’operazione che riporterà il mastodontico relitto in condizioni di galleggiare e di essere trainato in uno dei porti del Mediterraneo.
La rimozione è prevista entro e non oltre il prossimo settembre: a comunicarlo è il capo di dipartimento della protezione civile Franco Gabrielli, il quale però aggiunge che «il termine ultimo è relativo all’ipotesi di condizioni meteomarine avverse più alta». E’ quindi possibile che l’intervento – che consiste nell’induzione di una rotazione, e per cui sono state necessarie costruzioni per trentamila tonnellate d’acciaio – venga realizzato nei mesi più caldi dell’estate a venire.
Rigorosamente escluse sono inoltre le ripercussioni sull’ambiente marino limitrofo, «minimali o inesistenti», sebbene l’imbarcazione giaccia, traversa, da dodici mesi. Lo ribadisce il direttore del progetto per Costa, Franco Porcellacchia: «Le priorità saranno sicurezza e impatto ambientale». Come se non bastasse, il budget diretto a finanziare la manovra è stato rivisto con un incremento di cento milioni di dollari, per un ammontare di circa quattrocento milioni.
Intanto domani le famiglie coinvolte e i reduci della tragedia saranno presenti alla commemorazione all’Isola del Giglio, presenziando alle 21.45 – ora della collisione – al minuto di silenzio osservato; la cerimonia prevede tra l’altro una messa nella chiesa dei Santi Lorenzo e Massimiliano e l’affissione di una targa sul molo, in memoria delle vittime.
di Andrea Capati
Foto: it.paperblog.com
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