Tre mesi e mezzo dopo aver sconfitto Hillary Clinton, “The Donald” Trump giurerà diventando così il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti. Trump giurerà sulla Bibbia di Abramo Lincoln di fronte al Presidente della Corte Suprema. Si calcola che parteciperanno al giuramento circa novecentomila persone, un numero nettamente inferiore a quello registrato all’elezione di altri presidenti. Il numero più alto fu raggiunto da Obama alla sua prima elezione. Al suo giuramento parteciparono più di due milioni di persone.
Le polemiche non si placano
E’ inutile dire che Trump non è amato, il suo indice di gradimento è molto basso, solo il 40% degli americani sembra essergli favorevole, stesse cifre nella valutazione delle sue capacità come Presidente. Sta di fatto che il giorno del suo insediamento si temono scontri tra i sostenitori di Trump e chi lo osteggia tanto che verranno schierati circa 28 mila poliziotti per tenere sotto controllo la situazione. Qualcuno ricorda che questo successe anche ai tempi di Nixon, ma allora gli USA convivevano con la profonda crisi determinata dalla guerra del Vietnam.
Gli establishment contro Trump
La vittoria di Trump non è stata ancora metabolizzata, anzi, si continua a recriminare sugli errori commessi dal partito democratico. Insomma non è Trump che ha vinto ma sono gli altri che hanno perso. In primo luogo si accusano i democratici di aver puntato su un candidato poco credibile come Hillary Clinton, di non aver saputo valutare le potenzialità di vittoria che avrebbe avuto un candidato come Bernie Sanders che, pur con pochi mezzi, raccoglieva molti più consensi di Hillary Clinton. Solo il complesso sistema della scelta dei delegati, i famosi “caucus” ha consentito alla Clinton di vincere in alcuni Stati. Resta poi da chiarire il ruolo che hanno svolto i grandi “mass media” che non sono stati in grado di capire, o ancora peggio hanno nascosto la verità, di come l’elettorato americano volesse un cambiamento.
Non sono stati da meno i repubblicani che hanno fatto di tutto per osteggiare il loro candidato, i Bush si sono rifiutati di partecipare anche alla Convention finale, e solo quando ormai la vittoria di Trump era prevedibile il GOP seppur tiepidamente dato l’appoggio a Trump.
Il tutto viene corredato da accuse più o meno veritiere. Accanto alle accuse di presunti scandali sessuali, di razzismo, sessismo, evasione fiscale, quella più pesante, è quella che Trump sia stato aiutato nella sua campagna elettorale dal nemico per eccellenza degli USA, la Russia di Putin.
Secondo i democratici la vittoria di Trump sarebbe stata facilitata da un cyber-attack fatto sui social network, con la regia della Russia, cosi da spostare i pareri dell’elettorato a favore di Trump. Insomma una nuova “caccia alle streghe ” smentita di fatto dalla stessa Casa Bianca che ha verificato e confermato la legittimità dell’elezione di Trump.
Riuscirà Trump a mantenere le promesse elettorali?
E’ quello che tutti si chiedono. Sarà un Presidente razzista e guerrafondaio oppure la sua politica al di là degli slogan porterà dei veri cambiamenti non solo all’interno degli USA ma anche in politica internazionale? Sarà in grado Trump di rompere l’oligarchia finanziaria delle grandi Lobbies di Wall Street?dando seguito al suo famoso slogan “drain the swamp” letteralmente svuota la palude contro le Lobbies e la globalizzazione economica. Di certo tenterà di bloccare la Cina, anche iniziando approcci costruttivi con la Russia di Putin. Verranno sicuramente ridiscussi i rapporti con l’Unione Europea e il ruolo della Nato con buona pace per la Merkel.
Tutto il contrario della visione Obamiana.
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