8 bit. Unità di misura informatica corrispondente a 1 byte. In molti ricordano i floppy disk da 8 pollici, delle vere e proprie reliquie. Ma per i più nostalgici informatici la parola 8 bit, riporta alla memoria, le schermate pixellate a 2 dimensioni, le immagini cubettate, di livelli che sembravano infiniti, interminabili.
Sì, signori miei, sto parlando di videogiochi. Quelli per cui negli anni ’70/80 ci s’impazziva. Ce n’erano così tanti che avevi davvero l’imbarazzo della scelta. Le piattaforme come Atari e Nintendo, ci ricordano i videogiochi che rimarranno sempre nella storia come Pacman, Mario Bros, Donkey kong, benchè l’ultimo più recente.
Coloro che sono attaccati al ricordo del pixel, piangono ancora per quella visione del mondo a dadini, così semplice che ha guidato non solo la vita di tanti, ma addirittura influenzata. Ogni riferimento a videogiochi recenti ha quasi una base, che riporta sempre ai suoi avi. Senza indugio si cerca di riportare alla luce questa questa vecchia gloria, non solo con nuovi videogiochi in vecchio stile, ma anche con oggettistica e arte.
L’oggettistica è il primo mezzo di high concept al quale molti si rifanno. Il vintage di un prodotto già sfruttato al massimo poi, porta sempre soldi certi. Dunque ecco che si fabbricano oggetti a tema per ogni tipo d’eventualità. Inutile citare magliette, tazze con pixel, Pac man rimane sempre uno dei videogiochi più diffusi, e tra quelli più gettonati anche per l’oggettistica.
D’altronde tra i vintage nerd chi non apprezzerebbe un regalo dalla propria ragazza come questo?
Ehm, andiamo avanti.
Ed è proprio sfruttando quest’oggettistica che il pixel è diventata una vera e propria moda. Partendo da mutandine in formato bitmap, meno low cost e più a “bassa risoluzione.
Arrivando addirittura in passerella. E’ lo stilista giapponese Kunihiko Morinaga che ha osato e ha creato un’ intera collezione primavera/estate con stoffe pixel. Un altro sentimentalone, che per omaggiare i giochi delle vecchie piattaforme.
Ma con una moda del genere dunque, l’oggettistica diventa accessorio. Occhiali da sole con i pixel? Eccoli qui,
Una moda che per certi versi, si rifà ad una moda anni ’80, e la moda negli anni ’80 è definita quasi un’arte.
Parlando di arte in molti sono gli artisti, pittori e fotografi malinconici, che rispolverano l’8 bit per una rivisitazione di alcune opere arte. Ci tengo a presentarvi quest’artista, tale Jaebum Joo, illustratore koreano di Seoul, che ha voluto impiegare tutto se stesso, nella rilettura in pixel art di classici d’arte.
Ancora, dipinti dell’artista canadese Adam Lister, che ha voluto omaggiare quadri e personaggi della storia, con un look digitale e nostalgico, come un vecchio gioco Atari. Pennellate acquerellate di pixel, per ricreare l’effetto di un quadro in questo modo:
Ma la vera e propria meraviglia è ritrovare amanti del pixel Radicali, solo nei videogiochi. E se non consideriamo i videogiochi vintage, riportati online su parecchi siti web, c’è ancora qualcuno che sfrutta il pixel… in 3D. Chi non conosce Minecraft? In molti sono i youtubers che postano tutorial sul tubo, perchè in quei tanti livelli ognuno è libero di ritrovare il vintage e il divertimento in poche risoluzioni.
O il platform Flappy Bird, anche se è stato ritirato dal mercato perchè virale, ma ricordava tanto Super Mario. Ma senz’andare tanto lontano, sono quasi 20 anni di videogioco di Pokèmon, di cui i primi 15 sono stati solo in 8 bit. All’uscita della nuova piattaforma Nintendo 3D hanno rimodernato anche il videogioco.
E sebbene in molti hanno usufruito del pixel solo per una questione di marketing, altri hanno sfruttato la concettualità del video gioco, semplicemente per istruire. Come ogni videogioco dovrebbe fare. Ma il sito Wisecrack ha escogitato un modo per fare imparare la filosofia attraverso i giochi più diffusi degli anni 80, come appunto Supermario. I funghetti antropomorfi che aiutano Mario a salvare la sua principessa, ora agiscono di livello in livello per spiegare il concetto di Capitalismo di Marx, con gli stessi Marx e Weber come personaggi!!!
… E’ “ the 8 bit philosophy”. Video in cui personaggi compiono determinate azioni per far spiegare e far capire: “ Is the capitalism bad for you?”.
Un esempio lo si può fare su un altro video, fatto per spiegare Friedrich Nietzsche. Usufruendo del videogioco di Megaman, hanno dato un curioso titolo quale “ Time si a flat circle?”. I video durano giusto pochi minuti, sono in lingua inglese, ma comprensibile anche per un bambino, e sono oltre tutto divertenti.
Vi sembra impossibile? E allora concludo quest’articolo con il link al sito ideatore della filosofia 8 bit: 8bitphilosophy
Gloria al pixel!
di Anna Porcari
Scrivi