L’importanza della famiglia in un periodo di crisi generale

Si parla di crisi economica globale, di stati europei sull’orlo del baratro, di altri a rischio di fallimento finanziario ma ai più sfugge una crisi decisamente più importante, quella familiare. In queste settimane siamo tutti proiettati, col pensiero, alla risoluzione dei problemi economici, alla crisi dei consumi, alla “sopravvivenza” da questa ecatombe finanziaria già palpabile da circa tre anni soprattutto nel settore commerciale, con attività che chiudono, operai licenziati e contratti nuovi inesistenti.

Un presente e un futuro prossimo decisamente catastrofici che trasmettono ansia e insicurezza a chi, già nel quotidiano ordinario, è abituato ad arrangiarsi e a risparmiare per vivere le giornate dignitosamente con stipendi fermi al secolo scorso sia nel pubblico che nel privato sempre più in crisi. A questo scenario apocalittico prospettato ogni giorno da esperti economisti e messo in risalto da giornalisti abituati a fare cronaca anche con un’epistassi del cane del vicino, va aggiunto quello che effettivamente fa da detonatore nel crollo dei sentimenti: la crisi familiare. Perché se è vero che economicamente siamo messi male è altrettanto reale la tangibile crisi familiare dovuta a una sempre più immiserita linea politica per la famiglia e ad una offerta sempre più ricca per i nuclei formati da una persona, massimo due.

Gli ostacoli politici nei confronti della famiglia e i pochi aiuti da questa ricevuti negli ultimi anni da parte delle istituzioni, hanno fatto si che sempre meno giovani siano disposti a sposarsi, a procreare e a creare nuove famiglie. I giovani, anziché essere ostacolati o spinti alla solitudine in monolocali minuscoli e angusti, dovrebbero essere incentivati a compiere questo passo della vita, ad avere occupazioni stabili. Ad essere sostenuti nei primi anni di matrimonio con politiche di sgravi fiscali, con agevolazioni nell’acquisto della casa, dell’arredamento, con incentivi atti a formare famiglie numerose e non essere spinti all’egoismo con forme di dissuasione capaci solo ad assottigliare quel po’ di sentimento, di comprensione e di calore domestico che nonostante tutto questo, ancora in famiglia si respira, soprattutto dove c’è la fortuna di avere dimore di genitori e nonni sempre aperte.

Queste politiche becere hanno portato ad una crisi vorticosa del matrimonio e della famiglia che, a dispetto dei tempi tendenti all’egoismo, rimane sempre un rifugio d’amore e un sostegno morale ed economico anche per quei giovani ancora in cerca di collocazione certa e con un’impetuosa perdita della percezione di quel valore fondamentale che la famiglia offre. Giovani strumentalizzabili e coinvolgibili in situazioni di violenza e delinquenza che una società sempre più povera di sani principi può offrire.

Enzo Di Stasio

foto: us.123rf.com

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