La consulta da ragione a Fiom sull’articolo 19

Intervista-a-Landini-foto-2Il 3 Luglio, la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittimo l’art 19 dello Statuto dei Lavoratori ed oggi è arrivata la spiegazione del verdetto da parte dei giudici “consentendo la rappresentanza sindacale aziendali ai soli sindacati firmatari del contratto applicato in azienda, l’articolo 19 dello statuto dei lavoratori contrasta coi “valori del pluralismo e libertà di azione della organizzazione sindacale”. 

A decidere è il giudice Mario Rosario Morelli,  che citando  Il comma 1 dell’art. 19 dello statuto dei lavoratori ha dichiarato illegittimo il ricorso di Fiat perché – appunto se si consentisse la rappresentanza sindacale solo ai firmatari del contratto applicato nell’unità produttiva, i sindacati – cita la sentenza- “sarebbero privilegiati o discriminati sulla base non già del rapporto con i lavoratori, che rimanda al dato oggettivo (e valoriale) della loro rappresentatività e, quindi, giustifica la stessa partecipazione alla trattativa, bensì del rapporto con l’azienda, per il rilievo condizionante attribuito al dato contingente di avere prestato il proprio consenso alla conclusione di un contratto con la stessa”

La dura battaglia era stata portata avanti con estrema tenacia dalle tute blu di Fiom, che avevano presentato ricorso perche le Rsa erano state escluse dalla Fiat, in quanto si erano rifiutate di firmare il contratto specifico del Lingotto, che richiama l’art 19 della legge 300/1970.

Fiom si era appellata agli articoli 2,3 e 39 della Costituzione, che riguardano la lesione del principio solidaristico, la violazione del principio di uguaglianza e del principio di libertà sindacale, Fiat invece aveva sempre continuato a rimandare la palla al mittente.

Oggi la vittoria di Fiom segna un passo avanti verso gli obiettivi di giustizia ed equità lavorativa che sono stati traditi da altri sindacati.

di Simona Mazza

foto: Corto Circuito

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