Necrofilia: mito, scala di Aggrawal e bacio di Salomè

Necrofilia

Necrofilia: Origine del termine

Necrofilia: cosa vuole dire. Il termine deriva da nècro (dal greco νεκρός “morto”) e philos (φίλος “amante di”) .

Questa rara parafilia viene descritta come un “investimento erotico in scene macabre, con rituali funerei fino a giungere in alcuni casi al congiungimento sessuale con cadaveri”.

Ad essere attratti dalla necrofilia sono prevalentemente persone di sesso maschile. 

Le pochissime volte donne che hanno praticato atti necrofili, affermano di essere state spinte dai partner, per i quali il cadavere rappresenterebbe uno strumento di eccitazione molto forte.

Spesso la necrofilia è associata ad altre perversioni (sadismo, feticismo, oralismo in cui il corpo morto è considerato un feticcio), o ad altri disturbi mentali, come oligofrenia (ritardo mentale) e psicosi. 

Del resto, la morte e il sesso in realtà sono sempre stati legati indissolubilmente.
Basti pensare che in francese l’orgasmo si chiama “petite mort”, una morte che conduce a una rinascita. Una sorta di trance spirituale, uno stato di coscienza alterato.

Identikit del necrofilo 

Nella maggior parte dei casi, il necrofilo è una persona con tendenze “melanconiche” e con una bassa autostima.
Egli desidera il contatto con i morti perché ha bisogno di un partner che non possa rifiutarlo. Spesso è un individuo socialmente isolato e può presentare storie infantili traumatiche.
Su tutte, un lutto importante lo spingerebbe a voler mantenere il contatto con il defunto.

Evoluzione del concetto di necrofilia in campo medico 

Nel corso dei secoli, la ricerca antropologica e la statistica hanno analizzato le cosiddette psicopatologie sessuali, tra cui la necrofilia.

In questo contesto, il concetto di “perversione sessuale” o “parafilia” ha subito notevoli variazioni in base all’evoluzione stessa dell’idea di “normalità sessuale”.

Essa infatti è da sempre legata a circostanze socio-culturali, temporali, religiose e civili.

Riguardo alla necrofilia, per tantissimo tempo è stata inquadrata all’interno delle cosiddette “Parafilie non Altrimenti Specificate”.
Utile precisare che per parafilia si intende “qualsiasi intenso e persistente interesse sessuale diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti”.

Solo di recente è stata inserita all’interno di un DSM DSM-5 (APA,2013) (Manuale di Diagnosi e Classificazione dei Disturbi Mentali), manuale in continua evoluzione.

La Necrofilia: una rara parafilia

Il primo a utilizzare il termine “necrofilia” fu lo psicologo belga Jospeh Guislain nel 1850.
In un discorso su François Bertrand, condannato per aver riesumato dei cadaveri nei cimiteri di Parigi, lo soprannominava il “Sergente necrofilo” o il “Vampiro di Montparnasse”.

L’ufficializzazione del termine si deve tuttavia a Richard von Krafft-Ebing, considerato il primo “sessuologo” della storia. Nel suo Psychopathia Sexualis (Psicopatia della sessualità, pubblicato nel 1886), l’autore compie uno studio sistematico, quasi “enciclopedico”, dei comportamenti sessuali devianti, tra cui appunto necrofilia, l’incesto e la pedofilia.

Necrofilia genuina e pseudo-necrofilia

Uno studio del 1989 di Jonatan Rosman e Phillip Resnick, andò ancora più a fondo, distinguendo tra due tipi di necrofilia, quella “genuina” e quella “pseudo-necrofilia”. 

Se la pseudo necrofilia sarebbe dettata da attimi contingenti, causati spesso dall’abuso di droghe o alcool, secondo gli studiosi, la necrofilia vera” si distingue in:

  1. Omicidio necrofilo o omicidio per ottenere un cadavere per piacere sessuale;
  2. Necrofilia regolare, in cui si usano i cadaveri per il piacere sessuale;
  3. Fantasia necrofila, consiste nell’atto di immaginare di fare sesso con i defunti.


La scala di Anil Aggrawal perfeziona il concetto di necrofilia 

Nel 2009, Anil Aggrawal, un professore di medicina legale presso il Maulana Azad Medical College di Nuova Delhi, ha definito la necrofiliauna delle pratiche più strane, bizzarre e disgustose della sensualità perversa e anormale.” 

Nel suo libro “Necrophilia: Forensic and Medico-legal Aspects” ha inoltre proposto una classificazione della necrofilia su scala che va, in un continuo crescendo, dalle semplici fantasie al necrosadismo.

1) La prima categoria include i “necrofili romantici”, i cosiddetti “role player”, che fantasticano sulla necrofilia, e traggono eccitazione da situazioni in cui il partner si finge morto;

2) Nella seconda categoria rientrano i soggetti “melanconici” che non riescono ad accettare la perdita di una persona amata e fantasticano sull’atto sessuale con essi;

3) I “fantasticatori” della terza categoria, si eccitano fantasticando sulla morte, recandosi abitualmente a funerali e cimiteri, oppure facendo sesso in presenza di una bara o traendo godimento dalla vista di immagini di cadaveri.

Quando la scala include i rapporti sessuali

4) Necrofilia tattile. Dalla quarta categoria, la perversione diventa più marcata. Le persone hanno infatti rapporti sessuali con i morti. Il primo livello comprende coloro che hanno uno stimolo sessuale toccando i morti; 

5) Necrofilia feticista. In questa categoria, l’eccitazione è legata ad alcune parti del corpo della vittima (ad esempio i capelli) che vengono prelevate e conservate. Solitamente queste pratiche vengono messe in atto su defunti sconosciuti.

6) Nella sesta categoria rientrano coloro che mutilano i cadaveri mentre si masturbano;

7) La settima categoria detta dell’ “opportunismo necrofilo” è formata da soggetti che fanno accidentalmente sesso con i defunti.
Ad esempio quando si trovano in obitorio approfittando della situazione, ma di fatto in passato non sembrano avere avuto tendenze necrofile;

8) L’ottava categoria “necrofilia regolare” comprende persone che preferiscono avere rapporti sessuali con i morti, anche se regolarmente praticano sesso con persone vive;

9) Nella nona categoria si parla di “omicidio necrofilo”. Qui, i soggetti arrivano ad uccidere al fine di avere un rapporto sessuale con un defunto;

10) L’ultima categoria prende il nome di “necrofilia di tipo esclusivo”. Essa è formata da quegli individui che hanno esclusivamente rapporti sessuali con i defunti.

Necrofilia nella storia e nel mito

Troviamo tracce di questa perversione sessuale nella storia antica e nella mitologia.

1) Nelle sue Storie, Erodoto (c.484-425 a.C.) ha scritto che nell’Antico Egitto i corpi delle donne bellissime non venivano imbalsamati subito dopo la loro morte, ma solo dopo che erano trascorsi diversi giorni.

Gli egiziani avevano deciso di adottare tali precauzioni contro la necrofilia, allorquando si scoprì che un imbalsamatore aveva fatto sesso con il corpo di una donna morta di recente.

Sempre Erodoto, scrisse metaforicamente che il tiranno greco Periandro aveva , “contaminato i suoi pani in un forno freddo” quando uccise sua moglie e poi fece sesso con il suo cadavere;

2) Nella mitologia greca, il Parthenius di Erotica Pathemata di Nicea presenta la storia necrofila di Dimoetes.
Pare che l’uomo, avendo trovato un corpo di una bella donna sulla riva del mare, fece sesso con lei ripetutamente. Il cadavere, tuttavia cominciò a marcire, così dovette seppellirlo. Dopo aver costruito una tomba per la donna, incapace di affrontare il suo desiderio per lei, Dimoetes si uccise; 

3) Achille, dopo aver ucciso la regina amazzone Pentesilea, si rese conto di essersene innamorato. Di conseguenza ne avrebbe violato le spoglie in un atto di necrofilia; 

4) Secondo il Talmud babilonese (uno dei testi sacri dell’ebraismo III-V secolo d.C.), Erode il Grande di Giudea (73/74 a. C.) avrebbe conservato Marianne, la seconda delle sue dieci mogli, nel miele e avrebbe avuto dei rapporti con lei per sette anni dopo averla uccisa.

Questa narrazione è tuttavia fonte di discussione fra gli storici. Alcuni dicono che l’abbia imbalsamata per avere rapporti con lei, altri sostengono che non si sia macchiato di necrofilia.

Lo storico romano-ebreo Flavio Giuseppe (Gerusalemme 37-38 dC  100 dC ), le cui opere sono la fonte principale per la vita e il carattere di Erode, non accenna mai a questa “tendenza” del Re.

Altri casi di necrofilia

5) La legge ittita dal XVI secolo a.C. fino al XIII secolo a.C. consentiva esplicitamente il sesso con morti;

6) In quella che ora è la Cina nord-orientale, l’imperatore di etnia Xiabbei Murong Xi (385-407) ebbe rapporti con il cadavere della sua amata imperatrice Fu Xunying, dopo che quest’ultimo era già freddo e collocato nella bara[1

7) Resti di ceramiche della civiltà peruviana Moche rappresentano figure scheletriche morte impegnate in rapporti sessuali con esseri umani viventi. Carica di significato spirituale, la necrofilia per i Moche rappresentava una condivisione comunicativa con i morti, che incarnava il tentativo pratico e mistico di riportare alla vita i cari da poco defunti. 

8) Un’antica pratica indiana prevedeva che, qualora una donna fosse deceduta prima dell’aver contratto matrimonio con il promesso sposo, questi aveva il dovere di deflorarla prima della cremazione, al cospetto della guida spirituale del proprio villaggio; 

9) Si dice che anche Carlo Magno avesse tendenze necrofile.

Stando alla leggenda, pare che si fosse innamorato di una ragazza tedesca, cosa che preoccupava i baroni della corte, poiché il sovrano trascurava gli affari dell’impero.

Quando improvvisamente la ragazza morì, l’imperatore avrebbe fatto portare il cadavere imbalsamato nella sua stanza e non se ne volle staccare.

L’arcivescovo Turpino, sospettando un incantesimo, volle esaminare il cadavere. Nascosto sotto la lingua della morta, trovò un anello con una pietra preziosa, del quale si impossessò.

Carlo Magno allora si affrettò a far seppellire il cadavere ma riversò il suo amore sulla persona dell’arcivescovo. 

Turpino, imbarazzato per la situazione gettò l’anello nel lago di Costanza. Carlo Magno s’innamorò del lago e non volle più allontanarsi dalle sue rive;

10) L’innocente Bella Addormentata presenta alcune sfumature necrofile o quanto meno sonnofile (la sindrome della bella addormentata). Quest’ultimo  disturbo è caratterizzato da un’attrazione sessuale verso un partner in stato incosciente o addormentato.

11) Nel 1985, Herschel Prins pubblicò quella che è probabilmente la carta più citata nel campo (nel British Journal of Psychiatry . Secondo il criminologo si diceva che fino al XIX secolo, se una fidanzata dell’Europa centrale moriva prima del giorno del suo matrimonio, il coniuge poteva ancora svolgere la cerimonia accoppiandosi con il corpo;

Conclusioni: il bacio necrofilo più famoso del mondo 

Scabrosa è di sicuro la storia di Erodiade, cognata e illegittimamente moglie di Erode Antipa, (cosa che valse veementi accuse dal profeta Giovanni Battista), ma soprattutto della sua giovanissima figlia Salomè, il cui fascino fece innamorare il patrigno e non solo. 

Salomè sperimentò la violenza del desiderio verso il profeta, prigioniero del re; e di fronte al suo sdegnoso rifiuto, ne esigerà da Erode la testa, come ricompensa per la sensualissima “danza dei sette veli”.

Nella scena cruciale al culmine di un allucinato, bellissimo monologo, Salomè, prende in mano la testa del profeta e canta nel parossismo dell’eccitazione “Perché non mi guardasti? Se tu mi avessi guardata, mi avresti amata. Lo so bene, mi avresti amata. E il mistero della morte è più grande del mistero dell’amore”. 

Poi ne bacia avidamente la bocca sanguinante. E l’orrore del bacio necrofilo è troppo anche per il lussurioso Erode, che ordina alle sue guardie di ucciderla seppellendola sotto gli scudi.

Nella foto di copertina, Salomè con la testa del Battista, dipinto di Caravaggio conservato nella National Gallery di Londra. Questa è una fedele riproduzione fotografica di un’opera d’arte bidimensionale originale. L’opera d’arte fotografata è nel pubblico dominio. Fonte: Wikipedia

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