Un fazzoletto per Aisha

Il  fine settimana marittimo mi ha lasciato una storia. La storia di Aisha. Aisha è nigeriana. Vende vestiti indiani sulla spiaggia. La fisso già da lontano, incuriosita da questa donna che indossa un turbante sulla testa con sopra una cesta piena di vestiti. Aisha, naturalmente, non si fa pregare. Attirata dal mio sguardo si avvicina. Mi propone di comprare qualche suo abitino. Molto belli i capi d’abbigliamento in seta indiana. Ne compro uno -per mia mamma-. Mi guarda un secondo, in quel secondo le scendono due lacrime. La guardo attonita. – Cosa ti è capitato?- chiedo. –Mia madre è morta qualche giorno fa a causa del diabete in Africa, io sono qua, non ho potuto fare nulla, non potevo tornare: mi sarebbe scaduto il permesso di soggiorno. Io lavoravo per mantenere le cure. La lacrima si trasforma in pianto, in un pianto disperato. Le porgo un fazzoletto, con il cuore stretto, le porgo poi tutti i fazzoletti. Vorrei allontanarmi, mi fa male ascoltare la storia di Aisha. Una storia di disperazione e di sacrificio. Ma rimango lì, alla fine, con lei. Un fazzoletto, Aisha. Un fazzoletto ricco di speranze per te e per tutte le donne come te. Un fazzoletto di carta bianco, che dopo un po’ si getta via. -Forza Aisha, fatti forza!- è tutto ciò che riesco a  dire. Lei si alza prende il suo cesto e se ne va. Ciao, buon viaggio e speriamo che un giorno la vita ti possa sorridere di nuovo.

Laura Moiana

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