Keith Washington e il suo “You Make It Easy” 30 anni dopo

Keith Washington

Nato a Detroit, il 15/11/1960, bella presenza e look azzimato, Keith Washington fa parte di quegli artisti soul-R&B di fine anni ‘80 e ‘90 che hanno cavalcato sonorità sintetiche ma eleganti e smooth, e che hanno saputo cantare le passioni e i tormenti della vita sentimentale.

Gli anni ’70

Già negli anni ‘70 Marvin Gaye, Teddy Pendergrass e Barry White erano i principali esponenti di queste tematiche, grazie  a brani che inneggiavano alle gioie della passione carnale. Negli anni ‘80 ci pensarono artisti come Luther Vandross, Freddie Jackson, Will Downing, Anita Baker e Regina Belle a trasportare la tradizione soul del passato in una nuova dimensione musicale, donando anima e calore anche a suoni sintetici.

Gli esordi

Keith Washington, che vanta esordi come corista a fianco dei Jacksons, Miki Howard e Stevie Wonder (nell’album “Jungle Fever” del 1991), si colloca anche su questa scia, grazie a uno smooth-R&B patinato ma adulto e convincente, e anche grazie a una vocalità graffiante, calda, viscerale e densa di anima e pathos.

Esordì nel 1991, con l’album “Make Time For Love”, sotto l’ala protettrice del mitico Quincy Jones, disco che conteneva il cavallo di battaglia di Keith, “Kissing You”, bellissimo lento impreziosito da un superlativo intro di piano e orchestra. Due anni dopo continuava lo stesso percorso con l’ottimo “You Make It Easy”, composto da 11 tracce. L’amore in tutte le sue sfaccettature e la sensualità sono le coordinate su cui si muove anche questo lavoro, grazie all’iniziale “Let Me Make Love To You”, dalle tinte vagamente latine e bossa e con le partecipazioni della voce di Letitia Body (del dimenticato gruppo R&B fine anni ‘80 delle Body) e delle percussioni del mitico Paulinho Da Costa.

Le collaborazioni importanti

Da segnalare anche il singolo “Stay In My Corner” e il midtempo “What It Takes”, inno alla passione carnale che si avvale della produzione di Barry J.Eastmond e dei cori delle Ridgeway Sisters. Il compianto Gerald Levert offre il suo contributo alla produzione e all’arrangiamento di “Trippin”, mentre la title-track finale, con le sue atmosfere smooth-jazz, eccelle  grazie al pianoforte e alla produzione del grande e indimenticabile George Duke.

Gli anni ’90

Dopo quest’opera Keith Washington tornerà con l’apprezzabile “KW”(1998), diverso dai suoi due precedenti in quanto meno smooth-jazz e più vicino alle sonorità urban-R&B e neo-soul tipiche della seconda metà degli anni ‘90. Degne di menzione anche le sue esperienze nel mondo del cinema in film come “Poetic Justice”, con Janet Jackson, e nella soap-opera TV “General Hospital”, oltre che la sua attività di speaker radiofonico nelle radio di Detroit con rubriche dedicate alle ballate romantiche.

Forse al giorno d’oggi i suoni di album come “You Make It Easy” potrebbero risultare datati, ma altro non sono che un’ottima fotografia della black-music dei primi anni ‘90, forte anche delle doti canore e artistiche di vocalist come Keith Washington e della scelta di eccellenti musicisti e produttori presenti.

Se amate artisti come James Ingram (come Keith era prodotto anche lui da Quincy Jones), Phil Perry, Luther Vandross e Will Downing e se avete voglia di passare una serata romantica a lume di candela col vostro partner, la discografia di Keith Washington allora può fare al caso vostro. 

Fonte foto: pagina Facebook Keith Washington

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.