Ci troviamo a piazzale del Verano, dove Alvise Trevisan, un distinto signore del nord, da tutto il quartiere chiamato con il rispettoso appellativo di “dottore” per i suoi modi eleganti, il suo garbo e la sua cultura, aspetta davanti al suo banco preferito di fiori l’arrivo delle sue proprietarie.
Ed è questa piazza dove “le urla dei fiorai s’incontrano a mezz’aria col silenzio dei morti del Verano”, lo scenario dove si svolge la commedia umana e dove incontriamo i suoi protagonisti.
Insieme ad Alvise conosciamo Umberto, custode del cimitero e dei segreti più reconditi del quartiere, emblema pittoresco di un’umanità pigra e indolente e quintessenza della romanità; la sora Assunta, fioraia pungente, sarcastica e disillusa e Angeletta, la pazza del quartiere, grottesca, tragica e poetica, in grado di dire e fare cose straordinarie.
Ci sono poi Iole, madre di sette figlie, con il marito antifascista in carcere, costretta a diventare capo-famiglia e a gestire questioni e decisioni importanti, stretta tra una cognata vedova, apparentemente superficiale e vanitosa-Franca- e una figlia ribelle e determinata- Firmina.
L’arrivo di una lettera dal carcere indirizzata a Iole, contenente un messaggio cifrato, darà l’avvio a una serie di accadimenti, che porterà i protagonisti a vivere questi ultimi giorni prima del bombardamento, rimettendo in discussione la loro vita, le loro scelte, i loro ideali, fino al tragico epilogo, che consegnerà per sempre un quartiere e i suoi abitanti alla storia del nostro paese.
La condizione della donna negli anni di guerra, la maternità, la sopravvivenza, sono questi i principali temi trattati dallo spettacolo. Un affresco della vita dei quartieri popolari negli anni quaranta e della società italiana durante il fascismo e la guerra.
Ambientato a Roma nel popolare quartiere San Lorenzo, nei giorni che precedono il tragico bombardamento del 19 luglio 1943, il testo trae ispirazione e nello stesso tempo vuole omaggiare la grande Commedia all’italiana. Partendo dalla lezione del neorealismo, il lavoro coniuga i contenuti comici-brillanti con una satira di costume a volte amara, in grado di far ridere e riflettere nello stesso tempo.
E’ una commedia corale, uno spaccato di vita di alcuni san lorenzini costretti dalla guerra a rimettere in discussione le proprie vite, alla vigilia di un evento che cambierà totalmente la storia di un quartiere e dei suoi abitanti.
Pane, latte e lacrime è anche storia di amore, amicizia, ironia, incoscienza e saggezza, in un periodo in cui i rioni romani rappresentavano tutti una grande famiglia, ed è soprattutto storia di donne. Eroine che escono dalle mura domestiche, dove la società le aveva relegate, per affrontare il mondo, consegnandosi alla storia di un piccolo quartiere, microcosmo dell’umanità intera.
Un tributo sincero e sentito a tutti i caduti delle guerre e alla nostra memoria storica.
Pane, latte e lacrime
di Veronica Liberale
diretto da Pietro De Silva
con Federica Bianconi, Ugo Caprarella, Mariachiara Di Mitri, Lorenzo Mastrangeli, Marianna Menga, Lorenza Molina ed Emanuela Panzarino.
Aiuto regia: Arianna Ferrucci e Federica Francia.
Lo spettacolo andrà in scena venerdì 17 e sabato 18 maggio, alle ore 21:00 domenica 19 maggio alle ore 18:00 al Teatro Tor Bella Monaca di Roma – via Bruno Cirino, 5 – info e biglietti, clicca qui
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