Radio libere, nel 2025 compiranno cinquant’anni

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Radio libere. Adesso si chiamano Radio private ma, all’epoca, furono portavoci di un’assoluta libertà di espressione. Sorsero grazie ad un’interpretazione giurisprudenziale della legge 103/1975. In precedenza chi innalzava un’antenna radiofonica rischiava di essere esposto a denunce e sequestri. La prima a sostenere questa trafila sembra che sia stata Radio Parma, nel gennaio 1975. Quasi cinquant’anni fa, dunque.

La prima radio libera di Milano è stata, invece Radio Milano International, che trasmetteva sui 101.00 MHz. Poi fu acquistata da Silvio Berlusconi e divenne R 101. Ai primi dell’estate, a Roma, nacque Radio Roma che trasmette ancor oggi. Erano i tempi in cui Eugenio Finardi cantava: “Amo la radio perché arriva dalla gente. Entra nelle case e ti parla diversamente. E se una radio è libera – ma libera veramente – piace ancor di più perché libera la mente”.

Precorritrice dello stile ‘radio libere’ fu ‘Chiamate Roma 3131’ a Radio RAI

Va detto che già in RAI, nei primi anni settanta stava nascendo un nuovo modo di “fare radio”. Con le telefonate in diretta intervallate da musica rock e pop. La trasmissione era “Chiamate Roma 3131”, condotta da Franco Moccagatta e Gianni Boncompagni. Quest’ultimo poi ideò “Pronto Raffaella” e, in Mediaset, “Non è la RAI”.

A quelle che poi furono dette “commerciali”, si affiancarono ben presto le radio “politiche”. Anche in ciò, Milano fece da pioniera, con “Radio Popolare”. Era gestita da una cooperativa di lavoratori e speaker intellettuali. Aperta soprattutto ai rappresentanti dei movimenti politici e sindacali dell’estrema sinistra milanese. Trasmette tuttora in tutta Italia come “Popolare network”.

Alle radio libere commerciali si affiancano le radio ‘politiche’

A Roma “Radio Popolare” fu addirittura preceduta di qualche mese da “Radio Città Futura”. Un’emittente nata anch’essa da una cooperativa fondata dall’editore Savelli e da Renzo Rossellini. Quest’ultimo era il secondogenito del celebre regista. Seguì “Radio Onda Rossa”, espressione del collettivo di estrema sinistra di Via dei Volsci. Che, però, ha chiuso.  

Infine, quella che – forse – è diventata la più importante radio politica tra le radio libere d’Italia, cioè Radio Radicale. Espressione dell’omonimo partito, ebbe l’intuizione di chiedere – e ottenere – l’esclusiva della diffusione radiofonica dei dibattiti parlamentari. Un’iniziativa apparentemente disperata ma che, però, ebbe successo.

Cantautori di successo nacquero conduttori delle radio libere

A “Radio Popolare”, all’interno del programma “Bar sport”, debuttò anche un trio comico che di politico non aveva nulla: la Gialappa’s Band. Ma le radio libere furono la culla di molti conduttori che poi si tramutarono in cantanti e musicisti di successo. Uno di questi fu Luciano Ligabue che debuttò appena sedicenne dietro ai microfoni di una radio libera della sua Correggio.

La vicenda ce l’ha poi narrata nel film da lui stesso diretto, intitolato “Radio Freccia”. In realtà il nome originale della radio descritta nel film era “Radio Raptus”. “Freccia” era il soprannome del suo più importante DJ, un amico di Ligabue. Poi, anni dopo, Ligabue autorizzò il proprietario di Radio Padania Libera ad utilizzare il nome “Radio Freccia” per il suo network.

Un grazie a Vasco Rossi e alla sua ‘Punto Radio’

Un altro musicista di successo si è fatto le ossa nelle prime radio libere: Vasco Rossi. A Zocca, la sua città natale in provincia di Modena, a 758 metri slm, aveva aperto la discoteca “Il Punto”.  Poi innalzò un’antenna sul tetto della sua discoteca e così nacque “Punto Radio”. Fu denunciato e poi processato. Ma fu proprio la sentenza del pretore di Vignola – che lo assolse – a interpretare come incostituzionale il monopolio RAI sulle trasmissioni radiofoniche locali. Consentendo così la nascita del fenomeno.

Per un certo tempo “Punto Radio” di Zocca fu la radio più ascoltata d’Italia. Fu citata anche nel film “Gli amici del bar Margherita” per la regia di Pupi Avati. Il 2 aprile 1976, a Frascati, presso Roma, nacque una seconda “Punto Radio”. Divenne ben presto il “fenomeno mediatico” della cittadina laziale. Fu proprio nel maggio 1976 a “Punto Radio-Castelli Romani” che chi scrive ha iniziato la sua carriera giornalistica. Come conduttore della rubrica di musica jazz e di curiosità romane.

Foto di Andrzej Rembowski da Pixabay

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