Conferenza di alto livello al Parlamento europeo sulla ricerca e l’innovazione
La ricerca e l’innovazione sono elementi fondamentali per lo sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro, oltre che per i normali aspetti della vita dei cittadini. Nell’Unione europea sono stati spesi, negli ultimi 30 anni, circa 200 miliardi di euro in progetti di ricerca e innovazione.
Nella conferenza sono stati presentati esempi di vantaggi concreti della ricerca, come il GPSeuropeo Galileo e Casper, il robot che sostiene i bambini malati di cancro.
Alcuni stralci del discorso di apertura del Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, riportati di seguito, sintetizzano bene i punti chiave della conferenza. “La nostra ambizione deve essere quella di diventare lo spazio di ricerca più grande ed attrattivo al mondo”ha detto Tajani. “Dal 1984, abbiamo investito oltre 200 miliardi di euro. Questi investimenti hanno avuto uno straordinario effetto moltiplicatore su competitività, export, capacità di innovare, sviluppo di nuove tecnologie. Abbiamo creato milioni di nuovi posti di lavoro e sostenuto una rete di ricercatori, Università e centri di ricerca di eccellenza assoluta”.
“Ma non basta. Il Parlamento chiede con forza più ambizione. La nostra proposta, votata il 14 novembre scorso, è di aumentarne le risorse fino a 120 miliardi di euro. Da farsi, senza aumentare le imposte, già alte, ma facendo pagare chi oggi le tasse non le paga, a cominciare dai giganti del web e dai paradisi fiscali”. “L’Unione europea sta perdendo terreno. Gli ultimi decenni hanno visto la rapida ascesa di nuovi concorrenti che si sono aggiunti a Stati Uniti e Giappone. Prima fra tutte la Cina, che ormai ha eguagliato l’intera Unione per investimenti in Ricerca e Sviluppo. Grazie a questi investimenti, anche nelle Università, la Cina è passata dall’1% delle pubblicazioni scientifiche degli anni ottanta, all’oltre 16% di oggi”.
“Fra pochi mesi saremo chiamati a dare il nostro voto anche per sostenere questa visione di un’Europa più amica dell’innovazione. Si confronteranno visioni profondamente diverse del nostro futuro. Da un lato, chi pensa che tornando a frontiere e particolarismi nazionali, si possa stare meglio. Dall’altro, chi crede che la collaborazione tra Stati, tra Università e ricercatori, sia la via maestra per proteggere meglio gli europei e per promuovere l’eccellenza del nostro continente nelle sfide con i giganti del mondo”.
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Schengen: modifiche per i controlli temporanei alle frontiere
“Schengen è una delle maggiori conquiste dell’UE che, tuttavia, è stata messa in pericolo a causa dei controlli illegali in corso da oltre tre anni alle frontiere interne, da parte di alcuni Stati membri, nonostante fosse previsto un periodo massimo di due anni. Ciò dimostra quanto siano ambigue le norme attuali e come gli Stati ne abusino e le interpretino in modo scorretto. Se vogliamo salvare Schengen, dobbiamo porre fine a questa situazione e stabilire regole chiare.” Lo ha dichiarato la relatrice Tanja Fajon (S&D, SI).
Il mandato che definisce il punto di vista del Parlamento europeo nei colloqui informali con i ministri dell’UE, previsti dalle procedure di modifica delle norme in atto, è stato approvato dai deputati con 319 voti in favore, 241 voti contrari e 78 astensioni. Le nuove norme prevedono un periodo iniziale per i controlli alle frontiere limitato a due mesi, invece dei sei mesi attualmente praticati e un limite per i controlli alle frontiere non prolungabile oltre un anno, in sostituzione di quello attuale di due anni. Il Codice Frontiere Schengen permette agli Stati membri controlli temporanei alle frontiere interne nelle sole situazioni di pericolo grave per l’ordine pubblico e per la sicurezza interna.
Inoltre le nuove garanzie per le proroghe oltre i si mesi prevedono un’autorizzazione del Consiglio dei ministri dell’UE e una dichiarazione di conformità ai requisiti giuridici della Commissione europea.
Austria, Danimarca, Germania, Norvegia e Svezia hanno controlli alle frontiere interne per la crisi migratoria del 2015, mentre la Francia controlla le frontiere interne per la minaccia terroristica .
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Frode fiscale cum-ex: assicurare alla giustizia i responsabili e potenziare le autorità fiscali
Approvata dai deputati una risoluzione sullo scandalo CumEX, una frode fiscale che ha danneggiato per 55 miliardi di euro oltre dieci Stati dell’Unione europea, Italia compresa. La decisione ha completato un dibattito già avviato nella precedente sessione plenaria di ottobre e comprende diverse richieste interconnesse tra loro: indagini accurate da parte dell’Autorità bancaria europeae dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, anche per esplorare le possibili minacce ai mercati finanziari; azione giudiziaria nei confronti dei responsabili delle frodi, con invito alle autorità nazionali a “porre fine all’impunità dei colletti bianchi”; potenziamento delle autorità fiscali, rendendo possibili le indagini fiscali transfrontaliere.
Dalle indagini ci si aspetta anche l’individuazione degli errori commessi nel “coordinamento tra gli Stati membri che ha permesso a questi regimi di furto fiscale di continuare per anni, nonostante fossero stati individuati” e la presentazione di elementi utili per una riforma. Sono altresì considerate necessarie modifiche alla direttiva sullo scambio obbligatorio di informazioni fiscali, con la previsione obbligatoria della divulgazione dei regimi istituiti per l’arbitraggio sui dividendi. Le autorità fiscali, che hanno subito tagli nella crisi del 2008, vanno modernizzate con investimenti e adeguate risorse umane.
La frode fiscale cum-ex, scoperta nel 2012, avrebbe colpito le tesorerie di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Spagna e Svizzera.In pratica essa riguardava le banche che trattavano acquisto e rivendita di azioni di investitori stranieri, nella giornata di pagamento dei dividendi. I tempi ristretti e l’assenza di comunicazioni tra autorità non rendevano agevole l’individuazione dei titolari reali delle azioni. Ne sono nate richieste di rimborsi fiscali fraudolenti di stranieri che dichiaravano falsamente di aver pagato l’imposta sui dividendi, recuperabile con l’esibizione di una finta prova di pagamento delle imposte in altro luogo. Le autorità fiscali avrebbero rimborsato più volte imposte mai pagate.
Una unità di informazione finanziaria dell’UE e un meccanismo di allarme rapido vengono richiesti dai deputati alla Commissione.
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I deputati europei votano maggiori diritti per i passeggeri ferroviari
Più indennizzi per i ritardi, più assistenza ai soggetti con mobilità ridotta, più facilitazioni ai passeggeri con bicicletta. Queste in sintesi le modifiche alle norme vigenti dal 2009, contenute nella posizione del Parlamento europeo nei previsti negoziati in materia con il Consiglio, adottata dai deputati con 533 voti in favore, 37 contrari e 47 astensioni.
“Oggi è un grande giorno per i diritti dei consumatori.” Ha dichiarato il relatore Boguslaw Liberadzki (S&D, PL): “Presto i passeggeri potranno portare le loro biciclette su ogni treno e le persone a mobilità ridotta potranno contare su una migliore assistenza nelle stazioni e sui treni. Il Parlamento prende molto sul serio i diritti dei consumatori, quindi proponiamo anche risarcimenti più elevati in caso di ritardo e desideriamo garantire che i passeggeri su viaggi che coinvolgono più di una coincidenza con biglietti separati siano pienamente tutelati “.
Per i ritardi superiori ad un’ora, i risarcimenti passeranno dal 25% al 50% del costo del biglietto, per i ritardi di un’ora e trenta minuti ai passeggeri andrà il 75% mentre per ritardi superiori alle due ore si arriverà al 100% del prezzo del biglietto. Rigettata dai deputati la richiesta dei responsabili delle ferrovie di esenzione dal risarcimento in presenza di “circostanze eccezionali”. Le persone a mobilità ridotta saranno assistite gratuitamente e senza obbligo di notifica preventiva nelle stazioni più grandi, mentre sarà ridotto il tempo per la pre-notifica nelle stazioni più piccole. Previsto anche il risarcimento per danno o perdita dell’apparecchiatura per la mobilità.
I passeggeri possono portare la bicicletta anche su treni ad alta velocità, transfrontalieri e locali. Sui treni nuovi devono esserci almeno otto spazi per il trasporto di biciclette.
Entro un anno dall’entrata in vigore delle nuove norme, dovranno estinguersi tutte le deroghe temporanee alla normativa del 2009 attualmente previste per alcuni Stati.
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