Alcool test e codice della strada, ma quanto si può bere?

alcol test

Gli effetti tossici dell’alcool etilico, o etanolo, fra i quali anche l’ebrezza, sono proporzionali alla concentrazione ematica della sostanza, e perciò il codice della strada stabilisce dei valori limite per la concentrazione dell’etanolo nel sangue al di sopra dei quali sono previsti livelli sanzionatori di gravità crescente.

Si parla molto delle modifiche apportate al codice della strada, ma i valori limite non sono stati modificati.

Quelle che sono aumentate significativamente sono le sanzioni, quindi è aumentata di conseguenza l’attenzione degli automobilisti per il proprio tasso alcolemico (cioè la concentrazione di alcool nel sangue.

Cosa misura l’etilometro

Per determinare la concentrazione di alcol etilico ematico di un soggetto sarebbe necessario effettuare un prelievo di sangue e sottoporlo a sofisticate analisi di laboratorio. In alternativa si misura la concentrazione di alcool etilico nell’aria espirata, mediante l’etilometro, uno strumento idoneo per un controllo veloce e a costi contenuti su un gran numero di soggetti.

L’alcool test che viene effettuato dalle forze dell’ordine per verificare l’eventuale guida in stato di ebbrezza utilizza proprio un etilometro, cioè un sensore elettrochimico che rivela la presenza di alcool etilico (etanolo) nell’aria espirata dal soggetto indagato.

Il test si basa sul principio per il quale le sostanze che sono presenti in forma di gas o vapore a temperatura ambiente, vengono eliminate anche attraverso i polmoni: infatti quando una sostanza volatile è presente nel sangue di un individuo, alla temperatura corporea di circa 37 gradi sarà presente anche in fase vapore, e quindi quando il sangue entrerà nei polmoni per assorbire ossigeno e cedere anidride carbonica (CO2), il soggetto esalerà, insieme alla CO2, anche la sostanza, nel nostro caso l’alcool etilico, sotto forma di vapore.

L’alcool etilico contenuto nelle bevande (birra, vino, superalcolici ecc. ecc.), dopo essere stato ingerito viene rapidamente assorbito, trasportato nel sangue e successivamente metabolizzato (cioè trasformato chimicamente in acido acetico) per circa il 90%, mentre la restante percentuale viene eliminata tal quale nelle urine, nel sudore e nell’aria espirata.

Il valore fornito dall’ etilometro è il risultato di un calcolo che prevede che il rapporto fra la concentrazione di alcool nel sangue (espressa in grammi di alcool per litro di sangue) e quella nell’aria espirata (espressa in milligrammi per litro di aria) sia costante in tutti gli individui, e pari a 2300. In realtà c’è una significativa differenza fra diversi individui, a causa di fattori genetici, corporei e metabolici, e questo è un valore medio convenzionale, calcolato con metodi statistici su un elevato numero di soggetti volontari (diverse centinaia) analizzando campioni di sangue e urina prelevati contemporaneamente.

Cosa misurano i test salivari

Per aiutare gli automobilisti a valutare la propria concentrazione ematica di etanolo prima di mettersi al volante e non incorrere in sanzioni, sono disponibili in commercio dei test monouso fai da te per rilevare la presenza di alcol nel sangue tramite l’utilizzo della saliva.

Il tampone o la striscia del test contengono un reagente in fase solida che utilizza una reazione enzimatica specifica: l’alcol presente nella saliva reagisce con l’enzima alcol ossidasi producendo sostanze dette perossidi. I perossidi reagiscono con un altro enzima, la perossidasi, portando alla formazione di un colore blu. Pertanto, la presenza sul tampone di una colorazione tra il verde e il blu indica un presunto risultato positivo. Se nel fluido orale non è presente alcool, il tampone rimane incolore perché non avviene alcuna reazione con gli enzimi che provocherebbero la colorazione. 

Questa tecnologia è molto approssimativa a causa delle molteplici influenze da fattori interni ed esterni quali acidità o residui di cibo, e della variabilità individuale della relazione fra la concentrazione salivare, quella ematica e quella calcolata da un etilometro.

Per questo motivo deve essere utilizzato solo come indicativo, e non ci si deve sorprendere se poi il risultato di un eventuale controllo fatto dalle forze dell’ordine desse un risultato contrastante.

Ma quanto si può bere?

Un bicchiere o due? Cosa è meglio aver mangiato? Come possiamo regolarci per non correre rischi?

Non è facile prevedere il proprio tasso alcolemico, a meno che non si disponga di un etilometro affidabile come quello delle forze dell’ordine.

Sicuramente il numero di bicchieri non è un parametro sufficiente. La quantità di alcool ingerita infatti dipende sia dal volume della bevanda che dalla concentrazione di alcool in essa contenuta (grado alcolico) che varia a seconda del tipo di bevanda (birra, vino o superalcolici).

Poi esistono fattori individuali che portano a metabolizzare e quindi eliminare più o meno velocemente l’etanolo. Fra questi la massa corporea, fattori genetici (fra cui il sesso maschile o femminile), l’età, e l’assunzione di cibo e di farmaci.

Da novembre 2010, è obbligatorio per chiunque faccia somministrazione di alcol dopo le ore 24:00, dotarsi di un etilometro da mettere a disposizione dei clienti. L’obbligo è valido, oltre che per bar e ristoranti, anche per feste private, sagre di paese e manifestazioni.

Tuttavia, l’aderenza a questo obbligo non sembra sufficientemente diffusa, e l’uso di strumenti personali può certamente essere d’aiuto.

In conclusione, però, se volete godervi una buona bottiglia, sceglietevi un compagno astemio o tornate a casa a piedi oppure in taxi!

*Biochimico, direttrice del dipartimento di medicina epidemiologia e igiene del lavoro ed ambientale dell’INAIL

Foto di bridgesward da Pixabay

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