Roma- Il risultato delle elezioni non ha decretato chi s’insidierà in Campidoglio. Per la prossima legislazione si dovrà pertanto andare al ballottaggio tra il centrodestra di Alemanno e il centrosinistra di Marino.
Il sindaco uscente ha rastrellato il 30% dei voti, mentre Marino ne ha ottenuti circa il 43% . gli altri due forti, Alfio Marchini e Marcello De Vito, in totale hanno conquistato circa il 2% dei voti.
Il vero vincitore è stato tuttavia l’astensionismo che si è attestato al 62,3%. A sorpresa, anche gli elettori di Grillo hanno preferito alzare le braccia e tra circa due settimane ci ritroveremo a votare, nel tentativo che questa volta, si possa riuscire a produrre la tanto attesa nomina.
L’astensionismo di massa che ha coinvolto tutta la regione è comunque assai sintomatico dello stato di malessere diffuso fra i cittadini sempre più disillusi e diffidenti verso i politici “balcanizzati” e votati alle anomale “larghe intese”. e valori da difendere”
Per Alemanno la lotta deve incominciare, a tal proposito vale la pena ricordare che nel 2008 riuscì a battere Rute4lli proprio al ballottaggio. Ha affermato, infatti “ si ricomincia da zero e ai romani offro un patto da firmare su sicurezza sviluppo.
Ignazio Marino (PD) esprime invece “rispetto” per Alfio Marchini e per l’ottima campagna elettorale condotta sulla Capitale.
De Vito di M5s invece è meno diplomatico e affonda una stilettata verso gli antagonisti “ Alemanno e Marino sono la stessa cosa così come lo sono i loro partiti”.
Ma l’astensionismo non si è verificato solo a Roma. Ecco qualche dato:
Su 563 Comuni si è registrata un’affluenza del 62,38%, in calo del 15% rispetto alle precedenti omologhe.
Fra i sedici capoluoghi di Provincia chiamati a rinnovare le amministrazioni, Roma si è distinta per la tiepidezza dell’affluenza alle urne (58,8% ventuno punti in meno rispetto al 2008), in cui si doveva scegliere fra quattro candidati: Alemanno, De Vito, Marchini e Marino.
Tra i perdenti certi, il M5s con un’affluenza pari al 13%. I Grillini non avrebbero perdonato l’inconcludente condotta durante la scelta del presidente della Repubblica che ha portato alla strana alleanza fra Pd e Pdl.
di Redazione
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