“Allarme rosso sulla linea rossa: la MM1 è pronta ad accogliere 4.000 passeggeri in più al giorno?”

metro-Milano

Ho sonno, ma devo restare concentrato, supero il tornello e scendo rapidamente le scale per andare a prendere la metropolitana rossa. La banchina è gremita, come accade troppo spesso ormai da qualche mese.

Analizzo l’ambiente, grazie ai molti anni di esperienza alle spalle mi basta una rapida occhiata per individuare il varco in cui posizionarmi, il punto esatto in cui dovrebbero aprirsi le porte dell’ultimo vagone del convoglio. Guardo la ragazza alla mia destra e l’uomo alla mia sinistra e mi fingo distratto, disinvolto. Presto, si fa per dire visto che il tabellone indica cinque minuti di attesa, i miei vicini si trasformeranno nei miei nemici: io lo so, loro lo sanno. Non devo distrarmi. “Resta concentrato, è tardi, non puoi sbagliare”, mi ripeto. Sono già passati due minuti, attorno a me c’è sempre più gente. Vedo delle deboli luci, sento l’inconfondibile sferragliare delle ruote sui binari, ci siamo!  Sono stato bravo, il convoglio si è fermato e la porta è esattamente davanti a me, allargo le spalle per evitare di essere scalzato dai miei vicini e attendo che gli sportelli si spalanchino.

Il vagone è pieno zeppo, ma ho visto di peggio. Individuo il varco, spingo l’anziana signora dinnanzi a me facendo valere il fisico come lo Shaquille O’Neal dei tempi d’oro e in un attimo sono dentro, salvo, in orario. Decido che siamo già in troppi qui dentro, così mi posiziono spalle alla porta e con i miei 190 cm di altezza ostruisco l’ingresso, dietro a me le porte si chiudono. Ora posso voltarmi, a guardare con un ghigno beffardo la ragazza che stava alla mia destra e l’uomo che fu alla mia sinistra. Hanno perso, nei loro occhi leggo la consapevolezza di chi sa che il prossimo treno arriverà tra non meno di cinque minuti… e sarà di nuovo battaglia.

Una battaglia, proprio così. Non so in che altro modo descrivere il calvario che da alcuni mesi a questa parte devono affrontare i milanesi che, come me, ogni mattina prendono la metropolitana per recarsi al lavoro. La giornata simbolo del tracollo è stata lo scorso 8 novembre, quando a causa della presenza di grasso lubrificante sui binari il nuovo sistema di segnalamento andò in tilt e ci vollero quattro ore perché la circolazione dei treni riprendesse regolarmente. Quel giorno io c’ero. Persi due battaglie consecutive, riuscendo a salire sul treno solo al terzo tentativo; mai prima di quel momento mi era successo, in oltre quindici anni di onorata carriera.

Da quel giorno il “nuovo sistema di segnalamento” è la mia ossessione. Ma di cosa si tratta realmente? In quell’occasione il neopresidente ATM, Bruno Rota, spiegò che l’avanzatissimo sistema di regolazione dei treni era stato acquistato due anni prima, per 50 milioni di €, e mai utilizzato. In vista dell’entrata in vigore dell’Area C, che comporterà un incremento di circa 4.000 passeggeri al giorno sulle linee metropolitane, lo scorso novembre ATM ha iniziato a testare questo sofisticato sistema di segnalamento con l’obiettivo di renderlo completamente operativo per gennaio. Una volta in funzione, promise Rota, la frequenza dei treni nell’orario di punta sarebbe passata da 120 a 90 secondi: un sogno, specialmente considerando che mai ho visto passare un convoglio ogni 120 secondi!

Da allora sono trascorsi due mesi e manca meno di una manciata di giorni all’avvio della Congestion Charge, la domanda è quindi d’obbligo: come sono andati i test, siamo pronti? La triste risposta che, come passeggero, mi sento di dare è “no”! Per i passeggeri della MM1 sono infatti stati due mesi infernali, costellati da ritardi e disguidi. Se nel primo semestre 2011 i convogli passavano mediamente ogni 3 minuti, ora capita spesso che il tabellone indichi 5 minuti di attesa. Troppi, davvero troppi nell’ora di punta. Inizialmente dissero che i problemi erano dovuti al fatto che il sistema era troppo avanzato per dei mezzi e delle infrastrutture tanto vecchi, andava quindi tarato correttamente. Non so cosa sia successo, ma di certo il disastro dello scorso 8 novembre è stato solo la punta dell’iceberg; la parte sommersa di cui in metropolitana tutti parlano, ma sui giornali nessuno scrive, è invece fatta di quotidiani ritardi e costanti disagi.

A dispetto del titolo ingannevole, non è mia intenzione accusare la nuova amministrazione comunale per quanto sta accadendo. Del resto sarebbe miope criticare i presenti senza riflettere sulle colpe di chi, due anni fa, ha acquistato per 50 milioni di € un sistema di regolazione dei treni troppo avanzato per la nostra metropolitana e mai implementato. Sono semplicemente preoccupato per quanto accadrà il 16 gennaio, quando sarà attivata la Congestion Charge e sulla metropolitana si riverseranno altri 4.000 passeggeri al giorno. I sindacati dei lavoratori ATM hanno già annunciato di non essere disponibili ad accettare i nuovi orari imposti loro e i test del nuovo sistema di segnalamento sono stati evidentemente fallimentari: le premesse per un completo fallimento sembrano esserci tutte. Lunedì sapremo la verità, nel mentre io mi preparo alle battaglie che temo dovrò affrontare, ma per la prima volta sento una certa ansia: la ragazza alla mia destra e l’uomo alla mia sinistra ormai hanno capito la mia tattica, questa volta potrei essere io a restare giù dal treno.

di Demos Nicola

foto: attualita.tuttogratis.it

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