L’alluvione che ha colpito Genova nei giorni scorsi è stata una di quelle catastrofi annunciate, di cui il Governo si è occupato in maniera forse un pò troppo superficiale. Renzi in primis era stato avvertito il 5 agosto scorso dai legali delle ditte che dovevano occuparsi della messa in sicurezza del torrente Bisagno.
Nella nota si legge “Fateci fare i lavori, rischio serio” eppure – si legge ancora – “Tutti i ricorsi sono stati respinti. Nulla osta ad un avvio effettivo dell’incarico. Gli ultimi eventi alluvionali hanno evidenziato le criticità idrogeologiche del territorio di Genova e della Regione e con l’avvicinarsi della stagione autunnale rimandare e temporeggiare ancora espone la collettività al concreto rischio di riaccendere la tragedia del novembre 2011”.
La lettera che mostra l’evidente indifferenza del Governo è stata mostrata dal Tg La7, ma le poche sentenze di Renzi sull’accaduto sono state quelle usate nel suo profilo Fb “Vedo i ragazzi che spalano il fango dalle strade e a loro va il mio grazie. Userò la stessa determinazione per spazzare via il fango della mala burocrazia, dei ritardi, dei cavilli”.
Il premier ha poi promesso, purtroppo a danno compiuto, di elargire 2 miliardi per il dissesto idrogeologico nello stivale “Assicuro ai genovesi, che non si sono piegati e che si sono rimboccati le maniche per spalare via fango e detriti dal loro futuro, l’impegno economico del Governo fin dalla legge di stabilità cui stiamo lavorando in queste ore” . Infine Renzi si è lanciato nell’ultima affermazione postuma e a dire il vero scontata “C’è bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con l’unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini”.
La cosa che più ci deve fare riflettere è che il nostro Paese continua a voler investire sulle fantomatiche “grandi opere” o sulla costruzione del costosissimo ed inutile Tav-Terzo Valico, che trasporterebbe milioni e milioni di tonnellate di merci provenienti dalla Cina sino a Rotterdam, senza contare che un anno di guerra in Afghanistan ci costa 600 milioni di euro.
Quel che è peggio è che i disastri ambientali sono causati sempre più spesso dall’uomo e dalla realizzazione indiscriminata di certi “grand opere”.
Ricordiamo ad esempio che il Tav ha fatto deragliare un Freccia Bianca, o che la frana provocata dal disboscamento di Cociv a Trasta per la realizzazione del cantiere del Terzo Valico, il cosiddetto cantiere “Galleria Campasso” in via Castel Morrone, ha bloccato un Freccia Bianca.
Come non citare poi il ritrovamento di fusti interrati in area Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo, per i quali è stato fatto ricorso al Consiglio di Stato (contro il deposito nucleare in superficie).
A dire il vero, sul tema si è espresso il sottosegretario al ministero lavoro e politiche sociali, Luigi Bobba, replicando che il governo individuerà finalmente la sede del deposito unico nazionale dove confluire tutti i rifiuti nucleari italiani, compresi ovviamente quelli sotto il capannone di Bosco Marengo, ma ad oggi nessuna nuova.
Torniamo alle spese per grandi opere e militari: si tratta di cifre assai consistenti che permetterebbero di mettere in sicurezza una grossa fetta del nostro territorio, eppure pare che il problema sia del tutto secondario.
Nel frattempo, è emergenza idrica a Novi Ligure e Pozzolo Formigaro per la piena dello Scrivia, mentre continua a sgorgare acqua torbida dai rubinetti, che comporterebbe seri rischi di inquinamento batterico. A Grondona invece è allarme per i coliformi totali e Escherichia coli.
Unico dato certo è che oggi e domani, a Roma si scenderà in piazza contro lo Sblocca Italia. Oltre 130 tra comitati, organizzazioni sociali, associazioni e reti territoriali e nazionali attive su estrazioni petrolifere, infrastrutture energetiche, grandi opere, acqua e servizi pubblici locali, gestione dei rifiuti, bonifiche, salute e ambiente, presidieranno il parlamento durante la discussione in aula per la conversione in legge del decreto Sblocca-Italia.
di Simona Mazza
foto: italiapost.info
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