Nell’ambito della nostra rubrica Roma scordata, torniamo a parlare dell’Ama. Un nostro redattore è stato raggiunto da una telefonata dell’Associazione Robin Hood che si occupa della difesa dei diritti dei cittadini, che segnalava un disservizio che si protraeva da circa un mese: si trattava del mancato ritiro della plastica, nell’ambito del “porta a porta” che viene effettuato da alcuni anni a Tragliatella, una zona periferica di Roma tra la via Braccianese e la via Aurelia.
Il nostro cronista si è quindi recato sul posto, sia per controllare la veridicità della segnalazione, cosa che facciamo per dovere di etica professionale, sia per scattare foto o fare interviste ai residenti. Purtroppo la telefonata diceva il vero, come si evidenzia dalle foto.
La raccolta della plastica in quella zona dovrebbe essere effettuata il mercoledì e il sabato mattina di ogni settimana. E puntualmente i residenti conferiscono fuori delle loro case la sacchetta contenente plastica. Considerando due sacchette a settimana è facile contare nelle foto da quanto tempo il servizio Ama non veniva effettuato.
Orbene abbiamo deciso di avere un colloquio con un qualche dirigente Ama per farci spiegare il perché del mancato ritiro. E qui comincia una odissea che vorremmo raccontare nei particolari, certi di interpretare lo scontento di chi tenta di mettersi in contatto con Ama per segnalare questo od altri problemi.
Il nostro viaggio inizia, verso le ore 11,45 di venerdì 24 maggio, con una chiamata al centralino comunale 060606, dove un solerte impiegato ci mette in contatto con la stessa Ama. Purtroppo nessuno risponde. Chiamiamo di nuovo lo 060606 chiedendo di fornirci il numero telefonico senza inoltrare la chiamata. Ci viene fornito il numero verde 800867035 che risulta occupato. Richiamiamo il centralino del comune di Roma per farci dare un numero alternativo. Ci danno lo 0651691. Dopo una lunga attesa, ma accompagnata da una musichetta snervante, ci risponde un centralinista Ama che dice di non poterci far parlare con un dirigente ma solo con l’Ufficio Stampa dell’Azienda.
Il telefono squilla libero ma nessuno risponde. Chiamiamo di nuovo lo 06 51691. Risponde lo stesso impiegato che ci passa altro numero. Risponde un fax. Chiamiamo per l’ennesima volta ma abbiamo ben otto persone prima di noi e quindi l’attesa si prolunga. Ci risponde una signora che per la terza volta trasmette la nostra chiamata ad altro numero di tale Ufficio Stampa.
Finalmente risponde un signore che si qualifica con nome cognome. Dopo aver spiegato che stavamo conducendo una inchiesta per la nostra testata, spieghiamo dettagliatamente il problema ma lui ci risponde che non può farci parlare con nessun dirigente se prima non inoltriamo una mail al suo dirigente, nella quale dettagliamo sia chi siamo, sia il nome del giornale, sia le problematiche, allegando anche delle foto e dei nostri recapiti telefonici.
In breve compiliamo e spediamo la richiesta con molte foto e con nome delle strade e zona inerente al disservizio.
Il nostro piccolo calvario telefonico termina dopo appena un’ora e 25 minuti dall’inizio. Restiamo in attesa. Trascorre la serata, poi l’intero sabato senza che nessuno ci chiami o ci risponda alla mail.
La domenica mattina arriva una telefonata. Sono quelli di Robin Hood che ci avvertono che la plastica è stata ritirata nella zona che ci avevano segnalato, complimentandosi per la risoluzione del problema.
Ci poniamo una domanda: sarà una fortunata coincidenza oppure i furgoni Ama sono partiti per la raccolta solo dopo la nostra segnalazione?
Già prenotare la raccolta di un rifiuto ingombrante dall’AMA di Roma è un’impresa, si ottiene un risultato solo se si ha la pratica di trovare e compilare il modulo relativo: si sa che tramite lo 06 06 06 bisogna armarsi di panini e bibita perché ci vuole qualche ora per avere una risposta. Comunque il modulo ha funzionato, sono stata richiamata e ho ottenuto l’appuntamento. Ora, e veniamo al dunque, ho bisogno di disdirlo perché il rifiuto non è pronto ad essere portato sulla strada, e il buffo è che non esiste modo di annullare l’impegno. Mi dispiace che, con tante richieste, gli operatori debbano anche girare a vuoto. AMA, prevedi anche questo, per favore!
[…] Per alcuni anni, ovvero dal 2018 ad oggi, la raccolta era andata avanti tra mille problemi, evidenziati in valanghe di lettere o di telefonate di protesta e di segnalazioni alla stessa Ama: i contenitori non venivano svuotati con la puntualità promessa dalla azienda, e cioè due volte a settimana, od anche tre volte per il settore “umido”, come era stato annunziato nei volantini distribuiti agli utenti. Davanti alle porte degli immobili si accumulavano quantità spaventose di rifiuti (vedi un nostro articolo del 2019). […]