O.J.Simpson è stato un giocatore colore, eletto come il miglior giocatore di football americano. Terminata la sua carriera, il suo successo era continuato come attore di cinema, famosissimo “Una pallottola spuntata”, ed in televisione. Era considerato l’esempio dell’integrazione razziale. Un uomo di successo, dietro cui però si nascondeva una personalità difficile, autore di violenze e maltrattamenti verso la sua ex moglie Nicole Brown.
Proprio lei, la sera del 12 giugno 1994, venne trovata morta, all’entrata del suo appartamento, colpita da numerose coltellate Accanto a lei giaceva il corpo di Rod Godman, un cameriere, che come fu accertato, si era recato a casa della Brown per restituirle gli occhiali dimenticati al ristorante.
Visti i precedenti di violenza O.J. Simpson venne subito sospettato, e invece di rispondere alla convocazione della polizia iniziò una fuga, inseguito dalla polizia, per le strade di Los Angeles. Il suo inseguimento durato alcune ore, viaggiava su una Ford Bronco, The Bronco Chase, fu ripreso dalle televisioni in diretta, incollando, secondo i dati di allora milioni di persone davanti alla TV.
A gennaio del 1995 iniziò il processo, che per la prima volta nella storia della TV fu trasmesso in diretta, su scala mondiale. L’accusa fu rappresentata della giovane procuratrice Marcia Clark e Christopher Darten, un giovane procuratore afroamericano. La difesa di Simson fu organizzata da un “dream team” di avvocati, Jonny Cochran (potente avvocato afroamericano, impegnato nella battaglia per i diritti civili a favore delle minoranze di colore), Alean Dershowitz, (un liberal che eveva difeso Von Bulow, Patricia Hearst poi Mike Tyson ) Robert Shapiro avvocato ebreo. La giuria era composta per la metà di Afroamericani. Come giudice del processo fu scelto Lance Ito, di origine giapponese.
Quindi oltre allo stretto caso giudiziario si inserirono nel processo dinamiche politiche e culturali molto sentite in quel periodo.
L’acccusa puntò tutto sui precedenti di violenza di O.J. Simson nei confronti della moglie, la difesa resse bene annullando molte delle prove a carico. Rimane famosa quella del guanto trovato sulla scena del crimine, che l’accusa sosteneva essere di Simpson, ma quando, davanti alla corte gli fu fatto indossare, il guanto si dimostrò esser di misura più piccola e quindi impossibile appartenere a O.J.Simpson. Il processo a quel punto finì li, portando all’assoluzione di O.J. Simpson.
L’avvocato Dershowitz dichiarò “non siamo noi che abbiamo vinto e l’accusa che ha perso, commettendo grandissimi errori.”
Intorno al processo si scatenò una guerra mediatica soprattutto nei confronti della Polizia e dell’investigatore Mark Furman, con precedenti di accuse di razzismo, colui che materialmente raccolse la prova “regina” del guanto.
O.J. Simson assolto dalla giustizia penale, venne in seguito condannato da quella civile ad un milionario risarcimento nei confronti delle vittime. Quindi nel 2007 Simpson viene arrestato a Las Vegas, con l’accusa d’aver rubato dei cimeli sportivi, asserendo che fossero di sua proprietà. Condannato a 33 anni di prigione. Attualmente sconta la condanna in una prigione del Nevada.
Questa storia viene riproposta in sei puntate dalla FX (Fox Xtended) canale via cavo in USA , e tra poco anche su Sky.
“American Crime Story”, il progetto del canale FX che ogni anno estrarrà dall’armadio lo scheletro di un grande caso giudiziario.
Il cast è notevole: Cuba Gooding Jr. è O. J. Simpson. David Schwimmer, Robert Kardashian, l’avvocato armeno-americano amico di O. J. e suo instancabile sostenitore. Poi c’è il pool legale che partecipa al processo: il giudice Ito (Kenneth Choi), il collegio difensivo col bianco Robert Shapiro, interpretato da John Travolta, ormai completamente “plastificato” e il nero Johnnie Cochran (Courtney B. Vance). L’accusa guidata dalla bianca Marcia Clark (Sarah Paulson) e dal nero Christopher Darden (Sterling K. Brown).
Una serie che abbandona la banale “scena del crimine” per raccontare il mondo in cui gli eventi accadono. Un vero tuffo nella realtà. Agli appassionati non può sfuggire. Va vista.
di Gianfranco Marullo
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