Dopo l’ennesima segnalazione anonima relativa all’ipotesi di ritrovare negli ossari del cimitero Teutonico il corpo della giovane cittadina vaticana, da sabato 20 luglio un team di medico-legali è al lavoro in due ossari sotterranei in Vaticano.
Al vaglio delle attività istruttorie delle autorità d’Oltretevere, come indicato nel decreto del promotore di giustizia vaticano, Gian Piero Milano, ci sono due ossari individuati in una sala attigua alle tombe delle principesse tedesche Sophie von Hohenlohe e Carlotta Federica di Mecklenburgo.
Già lo scorso ottobre erano state analizzate le ossa presenti sotto al pavimento alla Nunziatura apostolica in Via Po, ma del corpo della giovane Emanuela non vi era traccia.
Per una strana coincidenza, anche in questo caso, dopo la prima ispezione avvenuta lo scorso 11 luglio su richiesta dai familiari di Emanuela Orlandi, non si sono trovati i resti delle ossa delle principesse.
Un giallo?
E c’è chi parla di “giallo”, facendo storcere il naso alle autorità della Santa Sede.
Secondo loro, le tombe avrebbero subito una ristrutturazione negli anni ’60 e probabilmente le donne, vissute due secoli fa, sarebbero state traslate altrove.
Le nuove perizie
Intanto sabato, il team, capeggiato dal prof. Giovanni Arcudi, docente di Medicina legale all’Università di Tor Vergata ed alla presenza del perito di fiducia della famiglia Orlandi, ha analizzato in loco i resti sepolti negli ossari, “secondo protocolli riconosciuti a livello internazionale”, ha riferito il portavoce vaticano Alessandro Gisotti.
Desta curiosità il fatto che era assente buona parte della stampa nazionale, a differenza di quella estera, soprattutto tedesca, che ha mostrato notevole attenzione,
Le indagini continueranno il prossimo 27 luglio alle ore 9. Gisotti ha fatto sapere che sarà fatta “un’approfondita analisi morfologica dei reperti contenuti negli ossari” aggiungendo che “Non è possibile prevedere, al momento, i tempi di durata per concludere tali operazioni al fine di completare l’analisi morfologica dei resti ritrovati negli ossari”.
Ciononostante, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che combatte per la verità da 36 anni, ha apprezzato la disponibilità della Santa Sede, in Primis del Cardinale Parolin, verso la tragica storia che ha colpito la sua famiglia e l’opinione pubblica a livello mondiale. “Disponibilità dimostrata, fin dall’inizio, nell’accogliere la richiesta di verifiche nel Campo Santo Teutonico pur sulla base di una mera segnalazione anonima”, ha puntualizzato Gisotti.
Nel frattempo è arrivato in redazione un commento di una certa signora Anna, polacca, che ha scritto versi molto inquietanti sulla vicenda.
Nei prossimi giorni proveremo a rintracciarla e pubblicheremo ciò che ha raccontato, oltre al commento asciutto di Pietro Orlandi.
Fonte foto: corriere.it
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