Anno nuovo, auspici vecchi e nuovi

anno nuovo

La salute

Ogni primo gennaio si inizia l’anno con nuovi e buoni auspici su politica, cultura e vita sociale. Quest’anno, a causa della terribile pandemia che ha colpito profondamente tutti i popoli del mondo, uccidendo milioni di persone, le principali speranze sono proiettate alla salute. 

Inizia, così, un nuovo anno con un auspicio diverso: soluzioni migliori sotto l’aspetto sanitario, nuovi vaccini e/o medicinali efficaci per la cura ma, soprattutto, rimanere o ritornare in buona salute.

La vita va avanti e per quest’anno, oltre a sperare nella fine dell’epidemia, l’auspicio principale  è una partenza diversa per una nuova Europa.

L’Europa tra banalità e cronicità 

Speriamo in provvedimenti migliori, che guardino alle questioni importanti, dimenticando vecchie legiferazioni europee spesso imbarazzanti, come un regolamento del 1994 che vietava “banane curve e cetrioli storti”, poi fortunatamente abolito nel 2008; oppure una legge emanata nel 2009 che stabiliva che era illegale mangiare i cavalli domestici; ma anche una direttiva del 2010 sulla marmellata, che con meno del 50% di zucchero doveva essere chiamata conserva

  • Immigrazione condivisa 

Insomma, pensiamo che piuttosto di occupare i parlamentari europei in direttive forse importanti per alcuni settori ma banali per il 90% della popolazione europea, sia preferibile farli legiferare su provvedimenti che aiutino i governi nazionali a risolvere problemi cronici, come l’immigrazione, problema che tocca maggiormente le regioni del sud Italia e non viene condiviso, come dovrebbe, su tutte le nazioni europee. Sentiamo spesso dire che il flusso dei migranti provenienti da paesi in guerra o in gravi difficoltà economiche dovrebbe essere condiviso in quota parte tra le nazioni del vecchio continente ma poi, nei fatti, l’onere resta tutto all’Italia. 

  • Politica estera comune

Un altro argomento di cui si dibatte da anni a Bruxelles è una politica estera comune, che abbia capacità strategiche e politiche ordinarie per tutti gli stati europei. Con un Super Ministro che si occupi della politica estera e rappresenti tutti i popoli dell’Unione nelle relazioni internazionali anche, per esempio, nella drammatica situazione del popolo bielorusso. Il Ministro unico agevolerebbe una politica estera più snella e garantirebbe stabilità e concordia di intenti tra le nazioni europee, a differenza di oggi, dove ogni paese, autogestendosi, diventa un battitore libero.

  • Difesa comune, con un esercito comune ed un corpo unico di polizia

Altro punto di discussione è la creazione di un esercito europeo comune. Per difenderci da eventuali scenari bellici, sommosse popolari ma soprattutto per intervenire in maniera compatta laddove ci fossero eventi catastrofici naturali o straordinari; l’esercito unico degli stati europei garantirebbe dinamicità e fermezza.

Uniformare, poi, i corpi di polizia in un corpo unico europeo; la Polizia di Stato italiana confluirebbe in un’unica polizia europea formata dalle polizie di tutti gli stati del vecchio continente. A differenza dell’Arma dei Carabinieri che resterebbe come forza armata militare nazionale; della Guardia di Finanza con competenza generale in materia economica e finanziaria e della Polizia Penitenziaria, con autorità specifiche nell’ambito carcerario. 

Le speranze dei Padri fondatori del vecchio continente

Padri costituenti, oltre ai valori fondamentali come libertà, democrazia, integrazione, pace, unità e prosperità in Europa, forse immaginavano una unione di stati fondata anche su tolleranza e solidarietà, sulle radici cristiane e su di una comune identità europea: un’Europa aperta a tutti, sì, ma incardinata sui principi della religione cristiana, preminente nel vecchio continente.

Le politiche europee

Le politiche dell’Unione europea dovrebbero essere uniformate in campo economico, sociale, politico, ambientale, di sicurezza, di difesa ma, nonostante si lamenti una coesione in campo economico, con politiche fiscali, tassazioni, pensionamenti troppo diversi da paese a paese, vediamo che queste si basano, comunque e inefficacemente, quasi esclusivamente sul primo punto, tralasciando, spesso, questioni di rilevanza sociale; dunque, con tutta la considerazione e il rispetto possibile per la moneta unica, nel suo ventesimo anniversario, l’attuale linea politica europea non ci sembra soddisfacente. 

Tuttavia, non avendo le necessarie competenze ed i poteri per cambiare l’Europa né potendo noi emendare o legiferare alcunché, per questo nuovo anno ci auguriamo semplicemente che chi questa opportunità la possiede sappia coglierla e possa, veramente, rappresentarci a tutto tondo.

Buon Anno!

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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