Meno tre, meno due, meno uno…Auguri! Benvenuto 2011. Come di consuetudine in tutte le case, in tutte le piazze, in ogni luogo dove le persone si sono ritrovate per passare dal vecchio al nuovo anno, si è festeggiato in questo modo. Un momento particolare, ma che anno dopo anno, è sempre lo stesso, appunto “consueto”, ovvero ripetuto quasi meccanicamente, seguendo canoni e tradizioni antiche di cui si perdono le tracce. Bene, un nuovo anno è cominciato e passerà anch’esso velocemente, quasi a ricordarci le parole dell’unico Salmo scritto da Mosè: “I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni; o, per i più forti, a ottant’anni; e quel che ne fa l’orgoglio, non è che travaglio e vanità; perché passa presto, e noi ce ne voliamo via” (Salmo 90:10). Tanti hanno trascorso del tempo a inviare sms di auguri, “smanettando” a più non posso sulla tastiera del proprio cellulare. Lo scorso anno in Italia sono stati inviati ben 22 milioni di sms tra la mezzanotte del 31 dicembre 2009 e l’una dell’1 gennaio 2010. Il contenuto di questi brevi messaggi è facilmente intuibile. Tutti si augurano la svolta, il cambiamento, chi a livello lavorativo, chi finanziario, chi sentimentale, chi fisico. E tu cosa ti aspetti? Un nuovo impiego oppure cambiamenti significativi nella tua carriera? Un rinnovato entusiasmo per il lavoro che stai realizzando? Ma come sarà questo nuovo anno? Migliore o peggiore del precedente? Gli interrogativi sono molti e si rincorrono accompagnati, molto spesso, dalla paura dell’ignoto.
Una nuova vita
L’arrivo del nuovo anno è “uno sguardo al passato, pensando al futuro”. Ma davvero sarà “nuovo”? Se pensiamo che basti posporre l’aggettivo “nuovo” ad un sostantivo “vecchio” perché ciò avvenga, commetteremmo un grosso errore. Si desidera libertà, disarmo, pace, sicurezza, distensione e collaborazione fra i popoli, ma tutto quello che il mondo anela in questo anno nuovo, non è altro che vino nuovo messo in otri vecchi dell’umanesimo, l’immutato orgoglio dell’uomo che pretende di costruirsi un avvenire migliore senza tener conto di Dio e di credere d’essere così arbitro del proprio destino. Sono pezzi di stoffa nuova cuciti sopra il vestito vecchio dei mali irrisolti che affliggono l’umanità a motivo del suo allontanamento dalla Parola di Dio. Il vero cambiamento si realizza quando come afferma Gesù “si mette il vino nuovo in otri nuovi e l’uno e l’altro si conservano” (cfr.Matteo 9:17). Finché gli uomini non avranno realizzato in Cristo un radicale cambiamento, il loro vestito continuerà a strapparsi ed il loro vino a perdersi. Non sarà lo scorrere del tempo a creare qualcosa di nuovo, ma una trasformazione vera che parte dal cuore. Se desideri un cambiamento nelle tue attitudini, nella tua prospettiva di vita, la soluzione consiste in una trasformazione radicale e soprannaturale del tuo cuore, in un “trapianto” che Dio è pronto a fare: “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne” (Ezechiele 36:26). Prima di porre la tua attenzione su ciò che avverrà, mira a ciò che sei. Hai realizzato la nuova nascita? Sei nato di nuovo? Cristo è il Signore della Tua vita? Un giorno un uomo saccente, di nome Nicodemo, capo dei Giudei, andò a trovare Gesù, il Quale gli disse: “«In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo” (Giovanni 3:3-7). Solo attraverso l’esperienza della nuova nascita tutto è nuovo: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (IICorinzi 5:17). In questo nuovo anno, tanti auspicano un futuro roseo, ma sono molti quelli che resteranno avvolti nei grovigli delle scelte e saranno sempre più quelli delusi dall’aver seminato molto e raccolto poco, quanti ancora si affaticheranno nel costruire vanamente il proprio avvenire poiché non hanno ancora realizzato le parole di Gesù: “Senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5).
Un nuovo inizio
Il passaggio da un anno ad un altro non è solo un dibattersi fra rimpianti e desideri, fra sconfitte subite e nuove occasioni, ma è un buon momento per fermarsi a riflettere. Il nuovo anno è l’ennesima occasione che Dio ti concede per incominciare qualcosa di veramente diverso, un’esperienza reale, fuori dal relativismo del tempo. Quando il Signore chiese a Giacobbe: “Quale è il tuo nome?”, in realtà gli stava chiedendo: “Hai intenzione di continuare a vivere così, oppure senti la necessità che Io cambi la tua vita”? Giacobbe ricevette un nuovo nome, sinonimo di un nuovo inizio. Dio ti dà l’opportunità di usare il passaggio da un anno all’altro per conoscerLo e per vivere l’anno nuovo in modo abbondante: “Io son venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10:10). Metti la tua vita nelle mani del Signore, dimentica il passato e vivi con fiducia il presente, dando con serenità, uno sguardo al futuro, perché Dio non ti lascerà e non ti abbandonerà mai! “Dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù” (Filippesi 3:13,14). Un anno intero, trecentosessantacinque giorni sono davanti a te: non lasciarti spaventare dal tempo che lo compone o dalle circostanze che lo caratterizzeranno. Se Dio ha trasformato il tuo cuore, vai avanti e confida nel Signore. Lui porterà il tuo peso giorno dopo giorno: “Sia benedetto il Signore! Giorno per giorno porta per noi il nostro peso, il Dio della nostra salvezza” (Salmo 68:19).
Fabio Paolucci
Foto: digilander.libero.it
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