A Palazzo Braschi di Roma, un vero gioiello situato tra quei vicoli rinascimentali dal profumo di storia e di arte che portano a Piazza Navona, sta per arrivare una grande mostra su una delle poche artiste note del ‘600, Artemisia Gentileschi, la pittrice “in un mondo di uomini”.
La protagonista dei questa mostra imperdibile, è una vera eroina del passato che è andata contro le “etichette” del tempo per affermare la sua libertà di donna e di artista.
Dal 30 novembre all’8 maggio 2017, la pittrice Artemisia Gentileschi sarà al centro di una grande retrospettiva con le opere più importanti della sua carriera. Una carriera, vogliamo ricordarlo con forza, segnata dalla causa giudiziaria per uno stupro da parte di Agostino Tassi, allievo del padre Orazio. Sarà una mostra imperdibile, per questo ne segnaliamo un’anteprima con molto trasporto.
Artemisia, donna ed artista molto intelligente e profondamente talentuosa, oltre ad avere avuto una sensibilità fuori dal comune, viene oggi associata e vista come un vero e proprio simbolo di riscatto e di protesta contro la violenza per tante donne nel mondo.
Tanto si è detto, letto e scritto su Artemisia. “Un’artista antesignana” per il suo periodo storico, esponente del Caravaggismo, sostenitrice di idee che erano veramente “all’avanguardia” per quel suo vissuto e per il suo quotidiano.
Artemisia è stata una grandissima donna con una mentalità molto moderna, indipendente per il suo tempo; grazie al suo straordinario talento artistico ed ai suoi studi per la pittura riesce a diventare una delle pittrici più importanti della Storia.
Dobbiamo pensare che Artemisia Gentileschi con le sue opere riusciva a “competere senza sfigurare” anche con i più grandi maestri, tutti uomini, dell’arte. Era in grado di “incantare il pubblico attraverso i suoi straordinari dipinti”, pennellando visi, volti, situazioni come fossero dei libri, usando il “pennello come una penna”, descrivendo con dettagli e finezze numerose storie, fragilità umane e sentimenti appartenenti a tutti noi.
La passione di Artemisia
Artista è stata una pittrice troppo spesso sottovalutata, la sua figura venne riscoperta soltanto negli anni successivi, per merito degli studi femministi intorno alla figura della donna nella società, in politica e nell’arte.
Le sue figure sono caratterizzate da una possente fisicità, che ha molto in comune con le figure massicce di Michelangelo, da figure spesso crude inondate di luce, nel perfetto stile di Caravaggio e da una quasi “teatrale espressività”, in un profondo rapporto tra anima e corpo introdotto da Leonardo da Vinci.
Simbolo femminista
La sua grande empatia e sensibilità, la sua biografia, la sua forza interiore, il tocco magico ed il sapiente uso dei colori e delle luci, il suo espressivo e “crudo linguaggio pittorico” (ricordiamo naturalmente Caravaggio), oltre alla sua determinazione nell’affermare il suo genio artistico e la sua personalità di donna in un mondo di supremazia maschile, fanno di questa pittrice un simbolo del femminismo internazionale.
La passione di una donna, quando il nome è un destino
Leggendo articoli passati, blog in rete, notizie e libri sulla grande pittrice tanto amata, è molto vero che il suo nome di battesimo fosse legato ad un destino. Un detto latino dice “Nomen omen” ovvero “il destino sta nel nome”. Artemisia è il corrispettivo femminile di Artemis ovvero Artemide, “la dea dei boschi, della caccia e della luna con il nome di Diana”: mai paragone fu più idovinato.
Tra le opere più famose e suggestive che presto ammireremo dal vivo, Giuditta che decapita Oloferne (1612-1613), conservato al Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli, La conversione della Maddalena (1615-1616) a Palazzo Pitti di Firenze e Susanna e i Vecchioni (1649) conservato a Brno. Tante le sue eroine dove le donne ancora oggi possono o potranno identificarsi: donne forte, indipendenti, coraggiose, contradditorie. Lucrezia, Danae, Cleopatra, Giuditta: quanto siano ancora attuali i sentimenti contrastanti, forti e dolorosi che Artemisia ha dipinto, è sotto gli occhi di tutti e di chi ama scendere in profondità nella la sua pittura.
Essere donna, misteriosa fonte di vita o conoscitrice della natura.
di Alessandra Paparelli
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