Sono qualche centinaio di esemplari, sono auto del gruppo FCA, parliamo della berlina italiana Alfa Romeo Giulia e dell’americana Jeep Grand Cherokee.
Tornano le auto blu, ovvero le auto di rappresentanza delle istituzioni. Simbolo del potere, cadute in disgrazia negli ultimi anni a causa della spending review.
In realtà le tanto odiate “auto blu” non sono mai né scomparse né tanto meno diminuite, anzi sono aumentate, hanno cambiato colore, ormai sempre più grigie o bianche, possibilmente straniere.
Le più apprezzate erano le Volkswagen Passat berlina, seguite dai Bmw 530d berlina e dalle famigerate Audi A6 e A8. L’acquisto spesso era frutto dell’adesione agli accordi con la centrale acquisti Consip, che ogni anno pubblica bandi ad hoc per cercare di spuntare ottimi prezzi.
Spesso sinonimo di privilegio, le auto pubbliche sono anche indispensabili per alcune mansioni in determinati ruoli, come ad esempio magistrati, ministri ed alte cariche di rappresentanza, che per ragioni di sicurezza necessitano di protezione nei loro spostamenti.
Nei mesi scorsi un nuovo bando è stato vinto dal gruppo FCA, che ha proposto due modelli di punta come l’Alfa Romeo Giulia e la Jeep Grand Cherokee.
Da quando è stata presentata l’Alfa Romeo Giulia, in molti avrebbero voluto vederla come auto di rappresentanza dei nostri politici, un’auto che premia l’ingegneria italiana, che mai come questa volta dimostra di non essere inferiore a quella tedesca.
Per motivi di riservatezza non possiamo divulgare troppi particolari, comunque parliamo di un centinaio e più di esemplari per modello. La berlina del biscione sarà equipaggiata con un motore a benzina, mentre il fuoristrada monterà un motore a gasolio.
Tutto ciò non potrà non fare piacere ai molti lettori che negli ultimi giorni avevano trovato poco opportuno che il Presidente della Repubblica Italiana andasse in giro con un’Audi A8 nuova di fabbrica con il tricolore sventolante sul parafango.
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