Caro Luca (Cordero di Montezemolo), hai proprio ragione. Abbiamo avuto modo di riascoltare la tua intervista del 30/03/2023, su La7, nel programma “Piazza Pulita” condotto dal giornalista Corrado Formigli; nelle tue parole abbiamo trovato molti interrogativi e spunti di riflessione sul futuro dell’auto.
Perdonaci questa confidenza, ma sembra quasi una chiacchierata tra appassionati di automobili.
“In Italia l’industria dell’auto non esiste più”
In Italia l’industria dell’auto non esiste più. Una frase semplice, però diretta e vera. Oggi in Italia siamo diventati assemblatori, sono venuti meno i centri stile del design, della ricerca e sviluppo delle automobili. Una piccola risorsa sono ancora i produttori di componenti, principalmente di alta qualità, in particolare per i marchi europei e non solo. I nostri marchi storici, ormai, producono in tutto il mondo, comprano componentistica da fornitori globali. La Fiat, diventata FCA ed ora Stellantis, è francese. Le decisioni vengono prese in Francia. Gli stabilimenti italiani producono modelli che nel giro di pochi anni verranno messi fuori commercio.
Cuore e passione
Per gli italiani le auto hanno da sempre caratterizzato un connubio tra cuore e passione. I marchi automobilistici italiani hanno sempre avuto un legame con le corse automobilistiche. Una competizione tra i marchi, ma anche tra gli stessi ingegneri e preparatori, infatti la partecipazione alle competizioni automobilistiche serviva e serve per sperimentare nuove soluzioni motoristiche, che in futuro verranno applicate sulle auto di serie. La competizione è spinta fino a dividere gli appassionati tra una vettura ed un‘altra.
L’auto rappresenta per molti anche il simbolo di miglioramento del proprio stato sociale, che spesso viene tradotto con l’acquisto di un’auto nuova: una scelta di cuore.
Una Ferrari completamente elettrica o una piccola Abarth 500 elettrica saranno in grado di regalare le stesse gioie di quelle con motore endotermico? Il sound creato con effetti sonori ed amplificatori installati sotto al telaio varranno le stesse emozioni e il prezzo pagato? Domande giuste, ancora senza risposte. Avremo ancora cuore e passione per l’auto?
Futuro
Il futuro è l’elettrico?! Come te, pongo una riflessione sulla strada che i costruttori hanno intrapreso per il futuro: puntare tutto sulla mobilità elettrica è sbagliato. Bisogna rendersi conto che la produzione delle batterie è gestita dalla Cina, che ne produce circa il 70%. In particolare la continua richiesta di batterie ha generato una spasmodica ricerca di minerali in tutto il mondo, scatenando nuove speculazioni nelle aree più povere e sfruttate da anni, come il centro Africa.
La mobilità elettrica è ideale per gli spostamenti urbani, ma sulle lunghe percorrenze non è competitiva con i veicoli endotermici. Oggi un veicolo elettrico che possa garantire una percorrenza di circa 500 km ha dimensioni importanti, per esempio la Tesla Model 3 Performance AWD ha 469 cm di lunghezza, 185 cm di larghezza e 144 cm di altezza per una percorrenza di circa 547 km con batterie completamente cariche ed un prezzo di listino pari a 68.470 euro; se andiamo a confrontarla con una Mercedes GLB 220d a gasolio 190cv e dimensioni simili la vettura ha un’autonomia di circa 910 km con un pieno ed un prezzo di euro 53.921 (dati ricavati da Al volante del 01/01/2023 pag. 223 e 261, i listini Tesla sono in aggiornamento con importanti riduzioni di prezzo).
Ad oggi l’endotermico rappresenta la migliore scelta in molti contesti di utilizzo dell’auto.
In Italia inoltre le infrastrutture non sono ancora sufficienti per garantire il giusto ampliamento del parco auto elettrico, dalle colonnine alle centrali green per produrre l’energia elettrica.
Un futuro totalmente elettrico comporterà per l’Italia e l’Europa una perdita di eccellenze nella motoristica e nell’ingegneria meccanica, la perdita di impianti di produzione di autovetture, componentistica e centri di sviluppo tecnologico.
Foto di Toby Parsons da Pixabay
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