Aurobindo: il potere dello “yoga integrale”

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La pratica indiana dello yoga è molto diffusa ovunque. Spesso però non se ne comprende l’essenza. Cosa che la trasforma in una sorta di moda. Sri Aurobindo, padre dello “yoga integrale” ha illuminato il cammino del risveglio, restituendo alla disciplina il suo senso più elevato

Chi è Aurobindo?

Sri Aurobindo, (1872 –1950) è stato un filosofo, poeta, scrittore, maestro di yoga e mistico indiano. Considerato dai suoi discepoli un “avatar”, un’incarnazione dell’Assoluto, ha lottato per l’indipendenza dell’India. Il suo yoga integrale, è considerato il massimo strumento per la vera realizzazione del Se.

I quattro poteri e strumenti dello yoga integrale di Aurobindo

Secondo Aurobindo, per definirsi “perfetto”, uno Yogin deve realizzare pienamente nel trascendentale, nell’universale e nel Dio individuale quattro poteri. Essi sono: la purezza, la libertà, la beatitudine e la perfezione, cioè le manifestazioni del Parabrahman, dell’Assoluto, del trascendente e dell’immanente, dell’eterno “non nato”.

Un Assoluto che, seppur dimorando in tutti noi, non ci è possibile conoscere con i nostri mezzi intellettivi limitati e con il nostro corpo.

Per riuscirci e diventare noi stessi Parabrahman, dobbiamo trascendere il mondo della manifestazione oggettiva e persino oltrepassare il concetto di trascendenza, iniziando a osservare tutto ciò che ci circonda con “equanimità”, con distacco, con il “silenzio” dei pensieri, a prescindere dalle circostanze in cui ci troviamo. 

Purezza: il mondo è male? 

La domanda nasce spontanea. Se L’Assoluto ha creato il mondo e l’uomo, perché dovremmo trascendere la realtà oggettiva, la manifestazione, la realtà in cui dimoriamo e la nostra stessa anima incarnata? 

Per il mistico indiano, il mondo non è male. Non è l’errore grossolano di un Sognatore Infinito. Non è un peso imposto all’uomo. E’ solo il nostro atteggiamento “mentale” a provocare le distorsioni che vediamo, quando proviamo ad analizzare ciò che ci circonda attraverso il giudizio. Per questo dobbiamo osservare con occhio “puro”, liberandoci di tutte le impurità, dalle bassezze che ci limitano, dai veli che offuscano la mente ordinaria. 

Purezza vuol dire allontanare ogni parola, pensiero e azione che ci spinge verso il basso, che ci porta a sentirci divisi dall’Uno e dal Tutto (dal mondo, dagli esseri viventi animati e inanimati) racchiuso in esso.

La libertà  

La libertà è innanzitutto libertà dal giudizio. E’ azione svincolata dal risultato, è piacere in moto. “A noi spetta l’azione ma non i frutti”– diceva Aurobindo. Se agiamo con una mente egotica, che ci fa ritenere distinti e separati dal tutto, la libertà, velata da un gioco di forze non equilibrate, ci intrappola in stati di falsa coscienza e conoscenza, di ignoranza, d’inerzia e di forza inefficace. Per raggiungere la vera libertà, lo yoga integrale suggerisce di fondere la nostra capacità di azione e di pensiero individuale (divisa e dall’andamento irregolare) con quella della Kali universale, prima nel nostro corpo, per trasformare successivamente la cecità e l’ignoranza in conoscenza e l’inefficace forza umana nella potente Forza divina.

La beatitudine  per Aurobindo

Il mondo è l’espressione della gioia perfetta, della beatitudine pura e libera del Creatore: una e contemporaneamente molteplice. E’ una formula, un ritmo, un sistema di simboli che rivela Dio a Se stesso nella propria coscienza. 

La nostra mente limitata è incapace di assaporare questa suprema gioia. La sperimentiamo raramente e solitamente in forma frammentaria, deviata, confusa. Questo si deve a un gioco tra forze diseguali e non calibrate che ci mantiene in bilico nella dualità di movimenti positivi e negativi: sofferenza e gioia, dolore e piacere. Lo yoga integrale aiuta a dissolvere queste dualità, rimuovendone la causa attraverso una corretta narrazione. Come?

Aurobindo spiega che la beatitudine trae piacere da ogni cosa e non rifugge da nulla. Questo è il vero segreto. Il mistico ci invita dunque a riconoscere che tutto è “come fosse”, tutto è vacuità, impermanente. A livello pratico, lo yoga integrale ci porta poi a superare ogni dualismo, a sostituire “l’egoismo con la coscienza divina, l’ignoranza con la saggezza divina, trasformare il pensiero in conoscenza divina, il dolore e il piacere illusorio con la gioia divina”. A riconoscere insomma che il vero scopo dell’umanità è quello di giungere alla pienezza divina: la più sublime forma di beatitudine e gioia.

La perfezione attraverso lo yoga integrale 

Come avrete capito, lo yoga integrale non è solo un insieme di posture e figure. Abbina l’esercizio alla meditazione trascendentale, per raggiungere la perfezione di Sè in questo mondo, senza perdere il nostro potere di esistenza individuale e molteplice nell’universo.

Non è annullamento ascetico, né resa, bensì un cammino che ci consente di entrare nell’esistenza dell’armonia universale e possedere la pienezza di Dio. Lo yoga integrale insegna che l’imperfezione, la limitazione, la morte, il dolore, l’ignoranza, la materia sono soltanto i primi termini di una formula divina, note del ritmo universale. Termini da decifrare e reinterpretare con una chiave di lettura diversa. Non sono valori giusti o sbagliati, sono anch’essi simboli di quel sistema. Insomma dobbiamo imparare ad assecondare il movimento ritmico di Dio, a suonare e risuonare armonicamente con lui, a interpretare la sua formula se vogliamo realizzare i quattro poteri di cui parlavamo all’inizio dell’articolo.

Qualunque altro utilizzo dello Yoga porta solo vantaggi parziali e frammentari.

Conclusioni. Auroville: la città di Aurobindo 

Nel 1968 la francese Mirra Alfassa, nota con il nome di Mère (“la Madre”), compagna spirituale di Auribindo, fondò una città “sperimentale“, o meglio una “comunità intenzionale” basata sulla visione di Sri Aurobindo. La città si trova nel distretto di Viluppuram a Pondicherry (Tamil Nadu), in India.

Ad Auroville vivono attualmente uomini e donne di ogni nazione, senza distinzione di credo religioso o politico. Lo scopo di questa “oasi di pace” è quello di realizzare l’unità umana, applicando i principi dello yoga integrale nel quotidiano.

Fonti: The house of God – Sri Aurobindo  – Foto di vined mind da Pixabay

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