Sono caldissime per non dire bollenti, le ultime ore che ci separano dai ballottaggi amministrativi, soprattutto nella Capitale. Si parla tanto, anche troppo, di stadio della Roma e di Olimpiadi; la percezione della gente si fa solo apparentemente confusa; sembra che tutta la campagna elettorale del prossimo sindaco di Roma sia incentrata su “pane e giochi circensi” o debba concentrarsi esclusivamente su questa tematica. Non solo calcio, non solo spazzatura e differenziata, non solo tombini ed asfalto, dunque: come si preparano i due candidati sindaci ad affrontare il tema della valorizzazione di Roma per quanto riguarda l’arte, gli spazi culturali , musicali ed il teatro?
I “TEATRI DI CINTURA” NELLA CAPITALE
Noi oggi vogliamo parlare di teatro soprattutto, di cultura. Cosa si farà e cosa si sta facendo per favorire, promuovere ed agevolare la cultura? Che ricetta dare ai tanti cuori ed anime sopite, disilluse, indifferenti? Parliamo di teatro, di letteratura e di arte, di cultura, quella che anima compagnie magari di sconosciuti e che agitano i teatri parrocchiali, quelli che portano nella città e nel piccolo paese il teatro, il cinema, la letteratura o le immagini di tutto il mondo. Si parlava molto, fino a dieci anni fa, di teatri di “cintura” a Roma. Attualmente, salvo per quello di Ostia, gli altri sono chiusi; Tor Bella Monaca, Quarticciolo, Teatro Elsa Morante al Laurentino 38. Eppure stiamo parlando di spazi diventati, negli anni, punti di riferimento importantissimi in territori che contano circa 250.000 mila residenti, spazi autogestiti diventati oasi felici sia per appassionati (con compagnie amatoriali) sia per attori professionisti con grandi nomi in cartellone; formazione dunque per attori ma anche progetti importanti per insegnanti e collaborazioni presso Università. Il tracollo culturale di Roma ha avuto l’apice negativo proprio con la chiusura di questi importanti fari per la cultura, Ennesima colpevole chiusura di importanti spazi di progettualità ed arte, in quartieri di grande complessità sociale nella città di Roma.
NUOVA OCCUPAZIONE DEL VALLE
Come si confronterà il prossimo sindaco di Roma con le occupazioni, sicuramente non legali degli stabili ma ultimo ed estremo baluardo per diffondere la cultura e l’arte? E’ fresca notizia, la nuova occupazione del Teatro Valle, sabato scorso: “siamo tornati qui al Valle per far tornare al centro di Roma e degli interessi politici il teatro più importante – spiega uno degli occupanti – Non abbiamo intenzione di restarci per sempre, vogliamo soltanto riportare il Valle al centro della cultura romana”.
LA RICHIESTA VIA SOCIAL
Un grido di dolore spacca il desolante silenzio di questi ultimi tempi. Di questo storico teatro non si occupa più nessuno. Gli occupanti del Teatro Valle hanno invitato via Facebook e via Twitter i due candidati sindaco che si sfideranno al ballottaggio di Roma, Giachetti-Raggi, il seguente messaggio “È sempre un bel giorno quando riapre un teatro. Partecipiamo? Il notissimo storico dell’arte, Tomaso Montanari, proposto come probabile e possibile Assessore alla Cultura da Virginia Raggi , è stato ed è ancora il garante della Fondazione Teatro Valle Bene Comune.
Il Teatro è vivo perché parte delle nostre vite, non solo di chi lo fa ma anche di chi lo guarda. E’ patrimonio di tutti, accessibile a tutti, è un linguaggio comune, come la vita è possibilità per tutti, valorizza le esperienze di ognuno di noi consacrando la quotidianità dei gesti e cristallizzando emozioni. Il Teatro come l’arte tutta, ci spinge ad interrogarci sugli eventi che ci circondano e ci accadono, perché, come affermava Carlo Goldoni, “il Teatro è vita e la vita è Teatro”.
Il teatro è soprattutto e più di tutte le arti, quella linea sottile che divide la verità dalla finzione. Come in politica?
di Alessandra Paparelli
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