In uno scenario surreale dominato dalla rincorsa al punto percentuale, i candidati alle politiche sembrano inciampare in inconvenienti di percorso. Dopo la lettera inviata da Berlusconi agli italiani, in cui venivano indicate le modalità attraverso cui accedere al rimborso IMU entro l’estate 2013, e le false credenziali millantate da Oscar Giannino in merito al Master conseguito all’università di Chicago, è la volta di Monti: il presidente del Consiglio è incappato in alcune dichiarazioni discrezionali secondo le quali «alla Merkel non piacerebbe vedere arrivare la sinistra al governo italiano».
La tesi è stata prontamente smentita dal portavoce della cancelliera tedesca che l’ha bollata come «congettura irrealistica». La stessa Angela Merkel ha poi avuto occasione di pronunciarsi nel merito: «Spetta agli italiani scegliere il proprio governo ed io non mi mischio in suggerimenti o congetture». La parentesi si sembra comunque chiusa senza risvolti in relazione al profilo generale del rapporto internazionale fra Italia e Germania.
Alle battute finali della campagna elettorale, Monti smentisce l’accordo implicito tra il Partito Democratico e Scelta civica, ad onta della tanto paventata ingovernabilità del Paese: «Bersani non potrà governare efficacemente l’Italia». L’attacco è bilaterale e impegna anche l’ex premier Silvio Berlusconi, cui contesta di usare in modo illegittimo i sondaggi elettorali per accrescere le fila di coloro che, già rassegnati all’astensionismo, persuasi dalla retorica populista, nutrono ancora quella fiducia nella politica in virtù della quale sono suscettibili di convincimento.
Il presidente del Pdl inveisce contro Grillo, reo di spianare la strada alla sinistra, attribuendo infelici appellativi agli elettori del M5S – «persone che non hanno la testa sulle spalle, del tutto irragionevoli». Negli studi di Porta a Porta rifila poi la risposta al presidente del Consiglio uscente: «Non sanno più a dove attaccarsi. Monti ha perso qualunque credibilità presso il centrodestra, vedrà i risultati che verranno fuori da queste elezioni».
Intanto, Matteo Renzi, in coda con quanto recentemente affermato dal candidato premier di Scelta civica, riflette sul contrasto socio-ideologico tra i moderati italiani e la mancata morigeratezza di Berlusconi; mentre Bersani, da Palermo, evidenzia le promesse agli italiani che non sono state mantenute dal centrodestra nell’ultimo ventennio.
Ancora una volta, di fronte al corporativismo istituzionale, alla burocrazia incondizionata e al dibattito fine a sé stesso, il corpo elettorale – cittadini rassegnati, delusi dalla politica, le cui istanze vengono tempestivamente ignorate all’ordine del giorno – si abbracciano intorno all’astensionismo. A tre giorni dalla data delle elezioni non è ancora stata garantita agli italiani la possibilità di assistere ad un confronto fra i candidati premier, e il limite invalicabile è fissato per venerdì alla mezzanotte.
di Redazione
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