Bergamo scende in piazza contro la violenza sulle donne con una fiaccolata guidata dal sindaco Franco Tentorio.
Il caso che scatena l’indignazione è lo stupro subito da una 24enne incinta nella notte tra il 4 e il 5 gennaio: il facchino kosovaro di 32 anni accusato dell’aggressione sarebbe ora agli arresti domiciliari. La mancata carcerazione dell’aggressione scatena le proteste dei cittadini, “Siamo qui per chiedere maggior tutela per le donne – ha detto una mamma -, ma facciamo davvero fatica a capire. Se per un violentatore non si aprono le porte del carcere cresce l’insicurezza”.
Vilson Ramaj, l’aggressore, si è trincerato in casa con la moglie e le due figlie di quattro e un anno. Sotto casa sua gli ultrà dell’Atalanta, che conoscono la vittima, hanno appeso uno striscione: “Datelo a noi”, c’è poi stato un lancio di bombe carta, fumogeni e bottiglie contro l’abitazione dell’aggressore.
Secondo il sostituto procuratore Gianluigi Dettori “il carcere deve scattare solo quando ogni altra misura risulta inadeguata”, per il presunto colpevole incensurato e padre di famiglia sono pertanto stati ritenuti adeguati gli arresti domiciliari.
di Redazione
foto: bergamo.corriere.it
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