Le primarie del New Hampshire daranno le prime consistenti indicazioni per i candidati alle primarie tra i repubblicani ed i democratici.Ormai è chiaro che tra i democratici lo scontro sembra polarizzarsi tra Hilary Clinton e Bernie Sanders. I sondaggi danno in vantaggio Sanders, anche se la Clinton non sembra particolarmente preoccupata visto che punta a vincere in quegli Stati più importanti e con un maggior numero di delegati per la Convention finale.
Sanders rappresenta l’ala “liberal” del partito democratico, per capirsi quella delle libertà civili, della lotta alle grandi lobby economiche, contro la pena di morte, a favore di una assicurazione sanitaria per tutti, contro l’intervento armato degli Usa nel mondo. Con la sua immagine di vecchio professore libertario, che vive la politica con disincantata esperienza, raccoglie il voto giovanile e quello della work class, tanto da definirsi un “socialista” .
La Clinton rappresenta il potere, conosce l’amministrazione americana, le potenti lobby economico militari, e appare come infastidita dalle critiche, considerandole come inutili chiacchiere, convinta della sua superiorità. Di fatto questo suo atteggiamento al momento non paga soprattutto in termini di popolarità elettorale, che invece raccoglie Sanders. Non è detto però che la popolarità si traduca immediatamente in voti. In campo Repubblicano la confusione è tanta, soprattutto non sembra esserci un candidato vincente. Donald Trump insulta tutti, accusandoli di brogli, Rubio il terzo incomodo, ha sbagliato completamente la sua apparizione televisiva, facendo una figura disastrosa.
Joe Bush, che tenta di smarcarsi dall’immagine del fratello, non riesce ad essere convincente, tanto da essere insultato nel dibattito televisivo da Donald Trump. Tutti i candidati repubblicani sono concordi solo su un punto la guerra al terrorismo. Troppo poco per concorrere ad una Presidenza. Le elezioni di martedì saranno un banco di prova più consistente, che se per quanto riguarda democratici non sembra spostare di molto l’asse a favore della Clinton, almeno di una sua debacle elettorale, cosa molto difficile, tra i repubblicani potrebbe iniziare a fare chiarezza su chi realmente sia in grado di proporsi come un candidato convincente.
di Gianfranco Marullo
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