La ricerca del giusto mix tra impegno lavorativo e sfera privata è uno degli argomenti più cari ai milioni di lavoratori del mondo industrializzato.
In questo articolo si vogliono confrontare gli esempi di due città per alcuni versi simili (entrambe capitali Europee, zeppe di storia e monumenti) ma allo stesso tempo così diverse per cultura ed abitudini: Roma e Stoccolma.
Nella comparazioni sui diversi stili di vita, vanno sicuramente considerate le diverse dimensioni delle due città: la capitale Svedese ha circa 1 milione di abitanti, quella del Bel Paese il triplo.
Da sempre i Paesi Nordici hanno speso enorme attenzione a non spendere tutte le loro migliori energie nell’ambito lavorativo, contrapponendosi in questo modo agli esempi opposti che negli anni sono stati presentati da America, Giappone e Cina.
Gli italiani, pur provenendo da una cultura latina da sempre contraddistinta dalla volontà di vivere la vita in un modo rilassato e all’insegna della socialità, negli ultimi decenni si sono orientati verso una forma di stakanovismo sostanzialmente estraneo al loro DNA.
Cosa ho scoperto essere poi così diverso nei due campioni osservati?
Stoccolma si sveglia presto, la maggioranza dei lavoratori si reca al lavoro in metropolitana, utilizzando le 23 efficientissime linee presenti. Tra le 07.30 e le 08.00 gli uffici ben popolati ed in piena efficienza!
A Roma le mattinate sono più rarefatte, ci si muove essenzialmente in auto con un traffico spesso congestionato. Chi vuole pianificare attività e riunioni importanti prima delle 09.00, ben sa che il rischio di non avere intorno al tavolo tutte le persone interessate è abbastanza alto!
Le situazioni si invertono sostanzialmente nella seconda parte della giornata dove gli Italiani si trattengono in ufficio generalmente fino alle 18.00-19.00 (e spesso anche più tardi), anche per recuperare il ritardo mattutino. Rimangono poche energie e tempo disponibile per hobby e passioni prima che arrivi l’orario della cena.
Gli svedesi usano lasciare l’ufficio, salvo rare eccezioni, nella fascia oraria che va dalle 15.30 alle 16.30. Va detto anche che la minore luce giornaliera che contraddistingue le zone nordiche per lunghi periodi dell’anno e le diverse e più avverse condizioni meteorologiche, hanno una chiara incidenza in questo diverso comportamento.
Non trascurabile nota è il fatto che in autunno ed inverno ristoranti e negozi a Stoccolma chiudono cucine e serrande molto prima di quanto possa capitare nella città capitolina.
Queste premesse mi sono servite per meglio capire ciò che ho osservato nei miei recenti viaggi di lavoro a Stoccolma.
Dalle 16.00 in poi, complice anche un clima ancora mite, è stato tutto un pullulare di persone di ogni ordini di età e sesso alle prese con la loro corsa quotidiana per le vie del centro città!
Un numero impressionante di biciclette ha invaso le numerose piste ciclabili di Gamla Stan, il cuore antico e pulsante della città! Addirittura, sulle rive del bellissimo municipio (lo Stadhuset) ho potuto vedere con i miei occhi cittadini ancora in camicia e giacca d’ordinanza, rilassarsi pescando, si proprio pescando i pesci dei canali!
Ulteriore cosa che ho notato è che tutta questa salutare attività fisica, è però svolta in forma essenzialmente individuale o al massimo, nei casi di massima socialità, in coppia con il proprio o la propria partner.
La sorpresa è cresciuta ancora quando a tardissima sera ho notato decine di ragazzi e ragazze sfrecciare per le piste ciclabili, incuranti delle temperature nel frattempo fattesi più rigide!
Sarebbe auspicabile che queste due grandi culture occidentali, quella scandinava e quella italiana, facessero dei piccoli e reciproci passi verso i diversi punti di forza: i miei compatrioti sposando il rispetto per il prossimo e l’attenzione verso una qualità di vita più bilanciata, gli amici di Stoccolma potrebbero invece sviluppare una socialità più collettiva da cui, sono certo, trarrebbero un sicuro giovamento!
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