Black Friday in arrivo! Tutti i retroscena dello shopping più pazzo dell’anno

Avete presente quando incrociate due bei occhi che vi sorridono,e il cuore vi si scioglie come una noce di burro sul pane tostato caldo? Io mi sento così quando vedo un negozio”.

A dire queste parole era Rebecca Bloomwood nel film “I love shopping” tratto dal romanzo, successo internazionale, di Sophie Kinsella.

La simpatica protagonista era affetta da un’irrefrenabile passione per gli acquisti tanto da immaginare affascinanti manichini che, con arti adulatorie, la tentavano dalle vetrine dei negozi.

Ma siamo sicuri che il seducente richiamo degli sconti sia solo una trama da romanzo?

Ebbene no. Basti pensare che lo scorso anno, in occasione del Black Friday e del Cyber Monday (il giorno dedicato alle offerte tecnologiche, il prossimo 2 dicembre, ndr), gli americani hanno speso ben 7,9 miliardi di dollari.

Anche l’Italia, che negli ultimi anni si è lasciata contagiare dal week-end di sconti pazzi, non è rimasta indietro ed ha registrato un notevole aumento delle richieste.

Il Black Friday cade il giorno dopo il Thanksgiving day, la festa del Ringraziamento che negli Stati Uniti è celebrata ogni quarto giovedì di novembre.

Ventiquattro’ore di sconti, di solito preceduti da settimane di offerte speciali, che segnano l’inizio dello shopping natalizio.

Una data così importante che oramai viene assunta da diversi analisti finanziari come parametro per valutare come andranno le vendite durante le feste.

Quest’anno sarà ufficialmente venerdì 29 novembre.

Ma perché è chiamato venerdì nero?

Varie leggende sono circolate a riguardo: dalla presunta tradizione di acquistare, nel XIX sec., schiavi per le piantagioni a prezzi stracciati dopo il Ringraziamento alla prassi dei negozianti di registrare i primi guadagni proprio quel venerdì, segnando quindi le entrate “in nero” dopo un anno passato in rosso.

In realtà l’espressione fu usata per la prima volta in un contesto del tutto differente.

Nel 1869 due finanzieri senza scrupoli di Wall Street, James Fisk e Jay Gould, acquistarono un quantitativo d’oro americano con l’intento di venderlo con enorme profitto dopo aver spinto i prezzi alle stelle.

La cospirazione, che coinvolse molti uomini importanti dell’epoca, fu svelata il 24 settembre di quell’anno quando il mercato dell’oro crollò lasciando sul lastrico molti investitori e collassando l’economia in generale.

I due andarono in bancarotta ma, grazie a influenti conoscenze, addirittura nel Congresso, riuscirono a rimanere impuniti.  A oggi sono conosciuti come i “baroni rapinatori dell’età dorata”.

Un’altra storia legata al Black Friday, ma ancora lontana dal significato attuale, ci porta nella Philadelphia del 1950.

In quell’epoca, nel fine settimana del Ringraziamento, la città ospitava di solito le squadre di calcio del college dell’Esercito e di quello della Marina destinate a scontrarsi in terra neutrale.

L’evento attirava folle gremite che ne approfittavano per visitare i grandi magazzini facendo scorte di prodotti e paralizzando il traffico. Un paradiso per i taccheggiatori!

Le forze dell’ordine, secondo un cronista del tempo, dovevano fare turni doppi e stressanti per garantire la sicurezza.

Così cominciarono a chiamare quel caotico giorno “Black Friday”, un termine che appariva inidoneo in un’America ancora scossa da lotte razziali tant’è che i politici del luogo cercarono di sostituirlo con un più discreto “Big Friday”, grande venerdì. Senza successo.

C’è da dire che le vendite di fine novembre erano popolari negli Stati Uniti già prima delle vicende della vecchia Philly (Philadelphia, ndr). Mancava tuttavia un termine per indicarle.

Fu grazie alla diffusione dei grandi magazzini e dei nuovi sistemi di vendita che la prospettiva iniziò a cambiare. Non più acquisti nelle botteghe dei piccoli centri urbani o per corrispondenza su catalogo bensì grandi strutture dove si trovava tutto con un unico giro, dall’abbigliamento agli articoli per la casa.

Per attirare ancora più gente, questi templi del commercio cominciarono presto a sponsorizzare in molte città gli eventi prenatalizi più sfarzosi.

Celebre è la Macy’s Thanksgiving Day Parade a New York, la parata del giorno del Ringraziamento della catena dei negozi Macy’s, che ancora oggi segna ufficiosamente l’inizio della stagione di shopping natalizio.

Quanti ricordano il film “Miracolo della 34° strada” che tuttora fa sognare grandi e piccini? Ebbene prese proprio spunto dalla tradizione dei magazzini Macy’s.

Ma dobbiamo fare un salto negli anni ’80, con l’affermazione dei colossi commerciali come Walmart, per vedere la consacrazione del Black Friday che concepiamo noi oggi.

Pubblicità smodata, file alle casse interminabili, parcheggi selvaggi, orari di apertura estesi e, con l’avvento d’internet, mouse a portata di mano in attesa di cogliere l’offerta migliore.

Accade sempre più spesso, infatti, che i consumatori si rechino nei negozi qualche settimana prima per valutare di persona i prodotti e comprarli poi comodamente dalla poltrona di casa approfittando degli sconti.

Il Black Friday è una festa americana che ha varcato i confini seppur con qualche difficoltà nel nostro Paese a causa della normativa sui saldi. Questo non ha però impedito al fenomeno di mettere radici.

Amazon, in Italia, ha registrato lo scorso anno un numero importante di vendite specialmente nel settore elettronico e informatico; l’azienda di Bezos, come ormai molte altre, non si limita al solo venerdì ma fornisce al cliente una serie di occasioni a prezzi scontati nei giorni precedenti. Una sorta di countdown in attesa della première.

Non mancano le critiche. Il Black Friday è indubbiamente figlio del consumismo e come tale ha generato delle reazioni come il “Buy Nothing Day”, la giornata del non acquisto, che invita a fuggire dallo Shopocalypse boicottando le ventiquattro’ore di shopping sfrenato con lo scopo di supportare le piccole imprese che vengono affossate dai grandi rivenditori.

Il movimento incoraggia gli aderenti a “partecipare non partecipando”.

E voi che farete? Aspetterete il Black Friday o celebrerete il Buy Nothing Day?

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