Il termine botulino è associato nella mente della maggior parte di noi al Botox, trattamento estetico che genera la temporanea “paralisi” dei muscoli mimici, rilassa il viso attenuando le rughe presenti e impedisce la comparsa di nuove rughe.
Tuttavia il botulismo è una grave malattia, causata dall’ingestione delle tossine botuliniche, prodotte microrganismi detti clostridi.
Il Clostridium botulinum e le sue tossine
Questo microrganismo stato scoperto nel 1897 in seguito a un focolaio di botulismo alimentare. I clostridi si possono ritrovare in molteplici ambienti, principalmente sotto forma di spore, forme che consentono ad un microrganismo di rimanere quiescente fino a diversi decenni e di riattivarsi se le condizioni ambientali diventano favorevoli. Le condizioni favorevoli per lo sviluppo dei clostridi produttori di tossine botuliniche sono l’assenza di ossigeno, la presenza di elevate quantità di acqua a pH non troppo acidi (pH> 4.6) e la presenza di fonti di proteine perché questi non sono in grado di sintetizzare tutti gli amminoacidi. Le tossine botuliniche vengono prodotte durante la moltiplicazione del microrganismo. A livello biochimico sono proteine altamente neurotossiche che si disattivano al calore (diversamente dalle spore che sono molto resistenti ai trattamenti termici).
ll meccanismo d’azione delle tossine consiste nel bloccare il rilascio di una sostanza chimica prodotta dall’organismo, l’acetilcolina, che trasmette gli impulsi nervosi ai muscoli, regolandone la contrazione e, quindi, il movimento. Senza poter ricevere gli stimoli inviati dal sistema nervoso, i muscoli smettono di contrarsi e si rilassano fino ad arrivare alla paralisi flaccida.
La malattia
La malattia prende il nome dal termine latino botulus (salsiccia) perché la sua descrizione fu associata inizialmente al consumo di salsicce preparate in casa.
I sintomi si manifestano da 6 ore a 15 giorni dopo il consumo dell’alimento contaminato. Mangiare cibi in cui sono presenti quantità elevate di tossina botulinica può avere conseguenze gravi e provocare la morte per asfissia in seguito al blocco dei muscoli della respirazione. Tuttavia se la diagnosi è tempestiva la malattia si risolve totalmente: il trattamento comprende la terapia di supporto alla ventilazione e la decontaminazione intestinale con carbone attivo.
Gli alimenti a rischio
Un prodotto alimentare è a rischio botulismo se le spore dei clostridi produttori di tossine botuliniche vi possono trovare le condizioni per lo sviluppo. Dal momento che una delle condizioni imprescindibili affinché le spore siano in grado di svilupparsi è l’assenza di ossigeno, sono alimenti a rischio le conserve, soprattutto se preparate in ambito domestico, quali le olive nere in acqua, le conserve di funghi sott’olio, le conserve di verdura, carne e pesce.
Per preparare conserve vegetali sicure anche a casa è necessario cuocere le verdure in una soluzione contenente acqua e aceto in uguale percentuale, e pastorizzare dopo aver chiuso il barattolo. La pastorizzazione è un trattamento termico che può essere effettuato immergendo completamente il vasetto pieno e chiuso ermeticamente, in acqua bollente per 15-20 minuti.
Marmellate e confetture dovrebbero essere invece preparate utilizzando frutta e zucchero in parti uguali. Se si riduce il quantitativo di zucchero deve essere aggiunto succo di limone in quantità tale da rendere la frutta sufficientemente acida (pH <4.6) da bloccare lo sviluppo dei clostridi produttori di tossine botuliniche.
Le olive e gli altri prodotti in salamoia per essere sicuri dovrebbero essere preparati utilizzando 100 g di sale ogni litro di acqua.
Si deve invece evitare la preparazione casalinga di conserve di carne o di pesce.
L’uso cosmetico
I ceppi di C. botulinum producono diversi tipi di tossina botulinica, denominati con lettere dell’alfabeto che vanno dalla A alla G. In campo estetico si utilizza la tossina botulinica di tipo A. Il botulino antirughe viene somministrato per via intramuscolare nelle aree del volto che si vogliono trattare. Generalmente, il trattamento viene eseguito in regime ambulatoriale e ha una durata variabile dai 15 ai 20 minuti circa.
Gli effetti si manifestano nel giro di due o tre giorni e il massimo si ottiene nell’arco di 5-6 settimane, tuttavia non esistono garanzie di ottenere i risultati desiderati.
Trascorso un periodo che può variare dalle 12 alle 24 settimane circa, le terminazioni nervose si rigenerano e i muscoli tornano a contrarsi. Questo è il motivo per cui gli effetti del botulino antirughe sono temporanei.
Controindicazioni
Le infiltrazioni di tossina botulinica devono essere effettuate da medici specializzati, che operano in cliniche od ospedali qualificati. E’ indispensabile una perfetta conoscenza dell’anatomia del volto, delle caratteristiche del farmaco e delle tecniche operative, per evitare che la tossina colpisca muscoli sbagliati o si diffonda ad aree adiacenti a quelle infiltrate (come può avvenire nel caso di dosaggi eccessivi).
Sono riportati effetti collaterali di lieve, o raramente grave, entità quali dolore e/o bruciore in corrispondenza del sito d’iniezione, sensazione di formicolio, gonfiore e arrossamento e formazione di piccoli lividi.
Inoltre esistono alcune controindicazioni all’uso: allergia nota alla tossina botulinica e/o ad uno qualsiasi degli eccipienti, malattie neuromuscolari, infezioni cutanee, nei pazienti in terapia antibiotica, e ovviamente in gravidanza e durante l’allattamento.
L’uso della tossina botulinica non è raccomandato negli individui al di sotto di 18 anni di età. Vi è, inoltre, una limitata esperienza di utilizzo in pazienti con età superiore ai 65 anni.
Uso terapeutico
La capacità di paralizzare i muscoli può essere sfruttata anche a fini terapeutici: attualmente, le indicazioni autorizzate dal Ministero della Salute riguardano soprattutto i settori oculistico e neurologico in cui la tossina è impiegata per la cura di disturbi come lo strabismo, la spasticità, le contrazioni muscolari involontarie (ad esempio delle palpebre), l’emicrania cronica e il trattamento della incontinenza urinaria da iperattività vescicale, soprattutto se causata da disfunzioni nervose.
Il pericolo dipende dall’uso
Come per molte altre cose, la pericolosità o l’utilità dipendono dall’uso.
L’acqua ne è un ottimo esempio: di per sé non è una sostanza tossica, anzi senza di essa non potremmo vivere, ma può essere molto pericolosa!
Pensiamo al ghiaccio su cui si può scivolare rompendosi una gamba (o pattinare divertendosi), ad una bellissima stalattite che può fungere da arma per un delitto perfetto, a all’acqua bollente che provoca ustioni, ma senza la quale non potremmo cucinare gli spaghetti. E in grandi quantità di acqua si può nuotare, ma anche annegare…
Quindi, attenzione alle conserve casalinghe e via libera al botulino, se somministrato in modo sicuro, per liberarsi delle rughe sul viso…almeno per qualche mese!
*Biochimico, direttrice del Laboratorio Rischio Agenti Chimici dell’INAIL
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