Brasile, una nazione in rivolta. La Fifa non cede di un metro

Niente sospensione, si va avanti. The show must go on. La Fifa è stata chiara: le manifestazioni di piazza che stanno caratterizzando questi giorni di Confederations Cup in Brasile, non comporteranno sconvolgimenti ai piani dei grandi eventi che, in terra carioca, proseguiranno il prossimo anno con i Mondiali e, nel 2016, con le Olimpiadi.

La lotta contro la corruzione, gli sprechi e gli altissimi costi sostenuti per mettere in piedi la macchina dello spettacolo, sta scalando le colonne dei quotidiani di tutto il mondo anche, purtroppo, alla luce del morto della scorsa notte, fatto che ha suscitato anche le paure, legittime, di Cesare Prandelli, visto che sabato sera l’Italia giocherà proprio contro i padroni di casa. A Rio de Janeiro, dove sono scese in piazza 300.000 persone, la polizia ha disperso saccheggiatori e persone che si stavano radunando nelle zone circostanti.

Nella capitale, Brasilia, decine di migliaia di manifestanti si sono radunate nei pressi della sede del Congresso e della Corte suprema appiccando un incendio fuori dal ministero degli Esteri. I manifestanti protestano contro l’aumento delle tasse, la corruzione e gli scarsi servizi pubblici: dagli ospedali alle scuole, alle forze di polizia. Ma le proteste hanno come obiettivo anche gli oltre 26 miliardi di dollari di fondi pubblici che verranno spesi per i Mondiali del 2014 e le Olimpiadi del 2016.

di Emiliano Magistri

foto: Giornalettismo

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