Calcio: la Serie A prova a ripartire tra paure e polemiche

La Serie A deve ripartire e la proposta, avanzata già da tempo, è quella di riprendere il 4 Maggio con gli allenamenti a porte chiuse per poi portare a termine la stagione ancora in corso, interrotta bruscamente causa pandemia coronavirus, sempre a porte chiuse a fine maggio con 12 giornate più 4 recuperi. Insomma, in campo a tutti i costi sembra lo slogan più in voga negli ultimi tempi. Il lato economico del calcio emerge con prepotenza e impone soluzioni immediate e nel rispetto della salute che, con la pandemia ancora serpeggiante, sembra un concetto ancora troppo complicato da attuare concretamente.

Il Campionato di Serie A deve ripartire tra paure e polemiche costanti

La Lega di Serie A si augura, dunque, la chiusura della stagione bruscamente interrotta (ma farlo in sicurezza sembra quasi impossibile in uno sport dove il contatto è presupposto imprescindibile) optando per un futuro a porte chiuse ma, come è facile intuire, le polemiche non si esauriscono e i legittimi dubbi sollevati alimentano la discussione.

I pareri sulla ripartenza del campionato di Serie A sono discordanti perché ad oggi sembra quasi impossibile garantire la conclusione della stagione calcistica rispettando le regole ferree e univoche predisposte per garantire la salute dei partecipanti. I controlli costanti come sanificazione e disinfezione dei centri sportivi, check-up dei calciatori con doppio tampone, test sierologici e isolamento, associati a hotel-fortino e totale reclusione di staff e giocatori sono un inizio ma non possono garantire il corretto proseguimento dell’attività sportiva con il rischio di continui contagi.

Le gare riprenderanno solo dopo l’Ok del Governo e la Lega avanza l’ipotesi di riprendere dalla Coppa Italia

Tutto è ancora da stabilire ma aver gettato le basi per la ripresa è un passo avanti non da poco, addirittura per verificare la fattibilità delle strategie studiate si pensa di ripartire dalla Coppa Italia disputando le due semifinali, Juventus-Milan e Napoli-Inter, il 27 e 29 maggio come banco di prova per poi immediatamente riprendere il campionato e concluderlo il 2 agosto, pronti per riprendere Champions ed Europa League.

L’unica certezza è l’interruzione di un calcio che non muove troppi interessi, con comunicato ufficiale la FIGC delibera la sospensione definitiva del Campionato Nazionale Primavera organizzato dalla Divisione Calcio Femminile e dei seguenti Campionati e Tornei giovanili organizzati dal Settore Giovanile e Scolastico, programmati per la stagione sportiva 2019/2020: Campionati Giovanili Nazionali, Tornei Giovanili a carattere nazionale, fasi interregionali e fasi finali Under 14 PRO e Under 13 PRO; Fase eliminatoria e fase finale Nazionale dei Campionati Under 17 e Under 15 Dilettanti e Puro Settore; Fase eliminatoria e fase finale Nazionale dei Campionati di Calcio a 5 Under 17 e Under 15 Dilettanti e Puro Settore; Fasi interregionali e fasi finali dei Campionati Giovanili Nazionali Femminili Under 17 e Under 15.

Tra studi di fattibilità, speranze e pressioni la Serie A deve ripartire ma le polemiche non mancano

Il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina parla dell’emergenza sanitaria e della reale e concreta possibilità di riprendere il Campionato di Serie in sicurezza: “Il campionato va portato a termine, c’è tempo, escludendo ovviamente partite al nord. Respingo al mittente le accuse di chi vede nel calcio un mondo governato da interessi lontani dal contesto sociale del Paese. Della nostra ripartenza beneficerebbe tutto il sistema. Penso allo sport di base, all’indotto e al valore sociale del nostro movimento. Fermarsi e chiudere qui la stagione? Darebbe inizio a una serie di contenziosi. Sul mio tavolo ci sono già le diffide di alcune società. E chi mi chiede di non ripartire non ha poi idea di come risolvere queste criticità”. 

A chi è favorevole alla ripresa del Campionato di Serie A risponde con preoccupazione Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e componente del comitato tecnico scientifico, sostenendo con forza la pericolosità di una ripresa avventata: “Il calcio è uno sport di contatto quindi comporta dei rischi di trasmissione. Qualcuno ha proposto un monitoraggio stretto sui calciatori, con test quasi quotidiani, a me sinceramente sembra un’ipotesi un po’ tirata. E poi siamo quasi a maggio. Il Comitato tecnico scientifico sul tema ancora non si è espresso, ma se dovessi dare un parere tecnico non sarei favorevole. Poi sarà la politica a decidere. Credo sia una decisione difficile da prendere date le possibili implicazioni sanitarie”.

Tematiche importanti che innescano un botta e risposta infuocato anche tra Malagò e Lega

Il presidente del Coni Malagò manifesta apertamente la contrarietà alla riapertura della Serie A perché sono stati commessi troppi errori e ancora oggi c’è troppa incertezza. In una lunga intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport il presidente del Coni affronta il problema dalle fasi iniziali: “Io avrei chiuso dentro una stanza la Federcalcio, la Lega di A, l’Assocalciatori, gli allenatori, le televisioni e gli organismi internazionali, Fifa e Uefa, e non li avrei fatti uscire finché non avessero prodotto un documento condiviso. La stessa cosa per B e Lega Pro. Tu cosa sei disposto a lasciare sul tavolo se la stagione non si conclude? E tu, televisione, 5, il 10, il 15 per cento? Tu, federazione, sei pronta a partecipare a un fondo di solidarietà? E voi, calciatori, a quanta parte dello stipendio rinunciate? Fifa e Uefa, che fate, attingete alle vostre riserve?, come contribuite? Niente: si procede a vista, per ipotesi, con una conflittualità che danneggia qualsiasi progettualità. Quello che manca è un piano preciso, chiaro, praticabile e convincente”.

Non tarda ad arrivare la risposta della Lega a Malagò:

“La Lega Serie A manifesta stupore per la leggerezza e l’ingerenza del Presidente del Coni Giovanni Malagò nel descrivere, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, i rapporti tra la stessa Lega e i licenziatari dei diritti televisivi. La Lega Serie A è in costante contatto con i titolari dei diritti TV peraltro regolati da chiare previsioni contrattuali ed è inoltre in continuo aggiornamento con la FIGC e le altre componenti del sistema calcio per vagliare tutte le opzioni possibili. Ci si augura, in un momento di grande difficoltà per il Paese, che ogni Istituzione lavori, con senso di responsabilità, in modo costruttivo e propositivo per il bene comune, senza creare, come dice il Presidente del Coni, “conflittualità che danneggino qualsiasi progettualità”.

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