Bastano degli sms come prova del tradimento e la separazione è con addebito a carico del coniuge che non ha rispettato gli obblighi di fedeltà: questa la sentenza della Cassazione (5510 depositata ieri), a conferma della decisione della Corte di Appello di Milano che, occupandosi della separazione di una coppia del capoluogo lombardo, ha giustificato “l’addebito per la violazione dell’obbligo di fedeltà, in ragione della scoperta, nel novembre 2007, di messaggi amorosi pervenuti sul cellulare” del marito, Enrico C., e scoperti e letti ‘attentamente’ dalla moglie, Fabrizia V.
Il fatto: nel 2007 Fabrizia decide di dare un’occhiata al cellulare del marito scoprendo i messaggi in questione. Enrico, dal canto suo, ha cercato di difendersi sostenendo che la crisi nella coppia c’era già da anni e che la sua relazione extraconiugale aveva solo “aggravato una crisi coniugale presente da tempo”.
A questo la Cassazione ha risposto evidenziando un momento di “riappacificazione” nel 2002, con la nascita della loro ultima figlia. A far scattare la crisi sarebbe stata proprio la scoperta di Fabrizia. In precedenza, la Cassazione aveva infatti sancito che “ai fini della pronuncia di addebito, non è sufficiente la sola violazione dei doveri previsti a carico dei coniugi dall’art. 143 c.c., ma occorre verificare se tale violazione abbia assunto efficacia causale nella determinazione della crisi coniugale ovvero se essa sia intervenuta quando era già maturata una situazione di intollerabilità della convivenza”(Cass. sez. I, 27.01.2014 N. 1596).
Il tradimento deve essere, quindi, la causa della crisi e non una delle conseguenze.
Decisione della corte: Enrico dovrà versare alla moglie 2000 euro di mantenimento, 3000 euro per il mantenimento dei tre figli, oltre al pagamento totale delle spese concordate dalle parti. I figli, vista la conflittualità tra le parti, sono affidati al comune di Milano con collocamento presso la madre.
di Valeria Risi
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