Nel comune aquilano, da ventisette anni, si svolge un evento che attira visitatori da tutto il centro Italia: “La notte delle streghe”, una iniziativa riuscitissima che vede in campo quasi tutti gli abitanti di questo grosso paese abruzzese, nella rievocazione di un fenomeno creduto vero e certo, almeno fino ai primi del ‘900. Oggi ci sono ancora persone del posto che dicono ”non è vero ma ci credo”, come nella famosa commedia di Eduardo Scarpetta (De Filippo).
In realtà, il rito di esorcizzare la paura delle streghe era in vigore fino agli anni ’50 dello scorso secolo. Si trattava di una procedura che prevedeva tutto un cerimoniale ritenuto utile per evitare che le fattucchiere rapissero i bambini appena nati. Questa antica superstizione, tramandata solo oralmente, venne trascritta da un poeta pastore del luogo, Francesco Giuliani: nel libro vennero trascritte tutte le pratiche che venivano svolte in queste circostanze.
Da qui nacque l’idea di dar vita ad una rappresentazione scenica: alcune centinaia di abitanti di Castel del Monte si trasformarono in registi, scenografi, attori, comparse, truccatori, elettricisti, cantanti, suonatori. Assieme a loro uno staff organizzatore con bigliettai, accompagnatori, servizio d’ordine, voci narranti. In questo paese teatro partecipano tutti alla rappresentazione: adulti, bambini ed anziani, ognuno con un ruolo. E l’intero paese si trasforma in un teatro itinerante: un lungo percorso che gli spettatori, a gruppi di 50, percorrono seguendo le stradine del borgo: ogni piazzetta e vicolo, ogni anfratto, ogni balcone o portone viene trasformato in un contesto spettarle grazie a luci, rumori, lamenti, canti e grida di donne, uomini e bambini che interpretano personaggi dello scorso secolo alle prese con i riti per tenere lontane le streghe.
Si inizia col la veglia del bambino appena nato, che termina dopo una ventina di scene col la festa per lo scampato pericolo, con un tripudio di danze e fuochi.
Nella realtà dell’epoca, quello che uccideva i bambini, la cui colpa veniva attribuita alle streghe, era la miseria, la malattia, la sporcizia, la mancanza di medicine, la povertà in cui versavano gli abitanti di tantissimi paesi della campagna italiana. I pochi medici non riuscivano a far fronte a tutto e incontravano l’ostilità di menti superstiziose che preferivano le pratiche esoteriche alla medicina e alle cure relative.
I biglietti per questo percorso a ritroso nel tempo si acquistano on line e costano undici euro a persona. Nel paese sono presenti bancarelle di ogni tipo, dalla gastronomia ai prodotti tipici locali. Se invece si desidera stare comodamente seduti in un luogo più tranquillo, consigliamo la “Trattoria da Maria” nel vicinissimo paese di Calascio dove, per 20 euro, tra le altre cose, si possono gustare ravioli con ricotta di pecora, fatti a mano, e “quadretti” in brodo con lenticchie.
Come arrivare a Castel del Monte. Partendo da Roma, occorre prendere l’autostrada A24 per l’Aquila ed uscire ad Aquila est; si imbocca poi la strada statale 17 bis per circa 20 chilometri, fino a Barisciano. Da qui, girare a sinistra seguendo l’indicazione per Santo Stefano di Sessanio. Oltrepassato questo paese, proseguire per Calascio che poi si lascia alle spalle per prendere a destra il bivio per Castel del Monte. Dalla capitale occorrono circa due ore.
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