Centrodestra in piazza contro il governo

Roma, 4 luglio. Piazza del Popolo. Gazebo sparsi, transenne, persone in fila per entrare ad assistere alla manifestazione del centrodestra “Insieme per l’Italia del Lavoro”.

In sottofondo canzoni di Fausto Leali, Renato Zero, Fabrizio De André, Edoardo Vianello.

Il sole è cocente. Qualche nuvola passeggera dà un refrigerio momentaneo.

Sicuramente i presenti sono molto determinati, perché hanno superato il timore del covid, hanno rinunciato ad un sabato al mare, sono seduti su sedie di plastica infuocate, hanno fatto una fila lunga affinché i ragazzi del servizio d’ordine potessero misurare loro la temperatura, hanno superato le tante restrizioni che spaventavano persino noi giornalisti.

Nell’area centrale della piazza, transennata, contingentata e controllata in ogni varco, sono state sistemate le sedie, su ognuna delle quali c’è una bandiera italiana. Tuttavia, molti preferiscono restare in piedi al di là delle transenne e nei margini della piazza, fino alle vie del tridente. Alcuni di loro non possono entrare perché sono accompagnati dai loro cani cui, per norma di pubblica sicurezza, è preclusa la zona recintata.

Sul palco, introdotti da Maria Teresa Maglie, si presentano nell’ordine gli onorevoli Antonio Tajani, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Hanno tutti sottolineato la coesione del centro-destra che, attualmente, sembra l’argomento più forte degli avversari politici, sicuri di una prossima spaccatura, ma anche un timore di chi avversario non è. Si ventila da più parti, infatti, un distacco di Berlusconi dal gruppo. Scrive Marcello Veneziani su La Verità di ieri, a proposito delle rivelazioni sul “golpe giudiziario” contro Berlusconi: “Mi auguro che queste cose non escano ora alla luce per indurre Berlusconi a dare una mano al governo in carica o al partito del Mes o sul Quirinale, in cambio della sua riabilitazione politica e della sua agevolazione imprenditoriale. Mi auguro che non siano o non diventino oggetto di baratto, di scambio: tu molli i sovranisti, e fai saltare la loro maggioranza, in cambio sarai riabilitato e avrai una serie di vantaggi e riconoscimenti. Insomma, non vorrei che la sconfessione pubblica di un’infamia passata serva a mettere in piedi un’infamia futura”.

Di sicuro, una spaccatura, in questo momento, sarebbe un suicidio politico che non recherebbe vantaggio né a chi resta, né a chi se ne va.

L’on. Antonio Tajani si è soffermato a lungo sulla tempesta giudiziaria che ha colpito Berlusconi, ovviamente. E ha fugato i sospetti di una spaccatura perché ha affermato che i candidati del centro-destra sono già in campagna elettorale e sono candidati che rappresentano l’intera coalizione. Il centro-destra è pronto ad affrontare le elezioni unito per far tornare l’Italia ad una guida politica scelta dal popolo e non imposta da manovre di palazzo.

L’on. Giorgia Meloni ha toccato moltissimi scottanti punti della sua politica.

Innanzi tutto, il confronto con il premier Conte, subordinato all’invio da parte di quest’ultimo di un documento programmatico, in cui siano indicate le proposte concrete da discutere, in quanto l’Italia ha bisogno di concretezza e non di aleatorietà.

Quindi, il modo in cui sono state spese, soprattutto in questo difficilissimo momento storico, ingenti somme di denaro dai nostri governanti: 2 milioni e mezzo di consulenze per il ministro Patuanelli; 12 milioni per una nuova fondazione che fa capo all’on. Franceschini, 10 milioni alla Motorizzazione Civile per lo sviluppo di un software per il riconoscimento facciale, 120 milioni e, forse, altri 70, per il cosiddetto bonus monopattino. Quanto agli 11 milioni per l’Expo di Dubai, di cui 100 mila euro solo di biglietti aerei in business class, ha annunciato che non sono stati più stanziati grazie all’opposizione di Fratelli d’Italia in sede di Commissione Bilancio del 3 luglio.

Ha, quindi, attaccato duramente il governo, affermando che in merito all’opposizione manifestata anche sulle altre voci di bilancio, le sarebbe stato risposto di proporre qualcuno del centrodestra da accontentare: “Hanno provato a comprarci” ha detto l’on. Meloni “e sono cascati male, perché noi non siamo in vendita e non ci mettiamo seduti attorno alla mangiatoia allestita sulla pelle del popolo italiano”. L’unico ragionevole modo di spendere una parte di quei soldi, ha aggiunto, è metterli “sul fondo che, grazie a Fratelli d’Italia, è stato costituito per raddoppiare le pensioni di invalidità”, oggi pari a 285 euro al mese.

Ha quindi anticipato alcuni progetti da realizzare, tra i quali i treni ad alta velocità, il ponte sullo stretto di Messina e la ristrutturazione delle scuole fatiscenti, e ha criticato fortemente quelle leggi che difendono la clandestinità invece di combatterla e che impediscono al popolo italiano di esprimere libere opinioni, come accadrà con l’entrata in vigore della legge contro l’omofobia, poiché non si potrà più dire, senza incorrere in una condotta penalmente rilevante, che si è contrari all’utero in affitto o all’adozione per le coppie gay.

Anche lei ha poi sottolineato come il “golpe giudiziario” abbia fatto scempio della politica e del voto degli italiani, manifestando solidarietà a Silvio Berlusconi e ribadendo la necessità di andare quanto prima alle urne per un governo espressione della volontà sovrana del popolo.

L’on. Matteo Salvini, che ha iniziato il suo intervento con parole contro il razzismo, gridando lo slogan “All lives matter” (tutte le vite contano), ha affrontato temi politici e sociali. Sulla pagina nera della magistratura, dopo aver manifestato solidarietà a Berlusconi, ha affermato che anche il suo processo ha matrici meramente ideologiche e politiche e che andrà a testa alta nell’aula di giustizia a Palermo, idealmente accompagnato da tutti i suoi sostenitori. Poi ha speso parole sull’immigrazione, sulla necessità, da parte degli stranieri che eleggono il nostro paese come loro dimora stabile, di accettarne e rispettarne le usanze; sulla vicinanza della Lega e di tutto il centrodestra ai ragazzi di Hong Kong contro la Cina comunista, al popolo venenzuelano in rivolta contro Maduro e in genere a chiunque lotti per la libertà. Ha lodato gli imprenditori che stanno anticipando la cassa integrazione dei loro dipendenti e si è fermamente opposto ai NO della CGIL che stanno paralizzando il mondo del lavoro.

In merito all’operato della Raggi, poi, ha trovato molti consensi in piazza quando ha gridato di liberare Roma dal suo operato.

Ha, infine, manifestato preoccupazione per il decremento delle nascite: “Dobbiamo lavorare affinché le nascite tornino a salire”, ha esclamato più volte, suscitando anche qualche sorriso malizioso tra i presenti, sia quelli più giovani, dotati del giusto potenziale biologico e dei giusti ormoni per lavorare all’incremento delle nascite, sia quelli più anziani, probabilmente un po’ nostalgici rispetto a quel potenziale e a quegli ormoni. A parte le facili battute, sicuramente si può lavorare in tal senso anche aiutando i giovani attraverso situazioni lavorative compatibili con la progettualità familiare.

La manifestazione è finita poco prima che su Roma scendesse una pioggia scrosciante. Gran parte delle persone sono tornate alle loro case con la bandiera in mano, portando con sé un po’ di questa manifestazione che hanno reso possibile con la loro presenza, perché, come accade in ogni teatro, è il pubblico che rende possibile lo spettacolo. E questo i politici lo sanno bene. Gli onorevoli Tajani, Meloni e Salvini, infatti, hanno ringraziato i presenti e li hanno anche applauditi.

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