A guardarla, mentre chiude con nonchalance la tendina azzurra del seggio e si appresta a votare, bionda e snella, con i capelli sciolti e i pantaloni attillati, sembra una francesina come tante, che incontri a passeggio con le amiche lungo i Campi Elisi o la Canebière di Marsiglia. Eppure Marion Maréchal Le Pen, con il 42% dei voti appena conseguiti al primo turno delle regionali della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, è il volto nuovo della politica francese.
Ventisei anni, da compiere fra pochi giorni, Marion Le Pen, nella sua breve carriera politica, sta bruciando velocemente ogni tappa, forse perché agli esami non ha ancora perso l’abitudine. Nel 2012, ad appena 22 anni, è stata eletta in parlamento, nelle liste del partito di estrema destra del Front National, fondato dal nonno Jean-Marie e guidato dalla zia Marine ed è diventata la più giovane deputata della storia di Francia.
Cattolica praticante, sposata con l’imprenditore Matthieu Decosse e mamma da un anno della piccola Olympe, ha preso in mano il partito di famiglia nel sud est della Francia e lo ha fatto senza guardare in faccia a nessuno. Nemmeno al vecchio nonno-patriarca, di cui ha approvato l’espulsione, da parte della terribile zia Marine. Si è poi candidata per la guida della Provenza, sfidando il potente sindaco di Nizza Christian Estrosi, come lei parlamentare, ex ministro e delfino di Nicolas Sarkozy, e lo ha strabattuto, quasi doppiandolo nei voti. Il suo programma, molto semplice e accattivante, per la piccola borghesia della provincia francese: favorevole all’unioni civili, ma non ai matrimoni gay, contraria all’aborto ma anche alla pena di morte e, soprattutto, all’eccessivo dirigismo statale che, a suo parere, paralizza la Francia, a discapito di giovani e occupazione. Niente di estremo, quindi, ma assolutamente tranquillizzante, in un momento in cui “le peuple” ne sentiva il bisogno.
E così Marion è oggi il volto nuovo di un certo modo di far politica in Francia, alla faccia di coloro che l’avevano superficialmente sottovalutata, definendola come una irriducibile restauratrice senza futuro. Gli elettori del Midi avranno pure fatto confluire i propri voti su questa nuova Giovanna d’Arco, spaventati dagli attentati terroristici degli integralisti islamici ma è stato un errore, per i suoi avversari, l’aver troppo frettolosamente sorvolato sul consenso che avrebbero riscosso le sue dichiarazioni circa il fatto di non definirsi di estrema destra, ma piuttosto una “liberal-conservatrice” e le sue prese di posizioni contro gli atteggiamenti belligeranti e razzisti del nonno. Il suo slogan “un tocco di gioventù per la regione” ha così fatto presa e non sembra che i possibili accordi elettorali tra i suoi avversari possano impedirle, al ballottaggio del 13 dicembre, di diventare Presidente della seconda più importante regione della Francia.
Qualcuno ha già notato la sua somiglianza con la statua della Marianna, la personificazione stessa della repubblica francese.
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