“Noi siamo quello che mangiamo” diceva il filosofo Ludwig Feuerbach. E allora attenzione se attraverso ciò che mangiamo ogni giorno immettiamo nel nostro organismo una grandissima quantità di sostanze nocive.
Un’analisi condotta dal Ministero dell’Agricoltura statunitense e dalla Food and Drug Administration tra il 2000 e il 2008 classifica i prodotti in base al loro grado di contaminazione.
La ricerca è stata effettuata attraverso 96.000 test per pesticidi su 50 prodotti tra frutta e verdura. Dei 12 cibi più contaminati, 7 sono frutti: pesche, fragole, mele, mirtilli, nettarine, ciliegie e uva.
Le verdure meno esposte ai pesticidi, invece, sono risultate le cipolle, il granoturco, i piselli dolci, gli asparagi, le verze, le melanzane e le patate dolci. I pesticidi negli alimenti sono sostanze chimiche di sintesi che si usano nell’agricoltura per combattere parassiti, malattie e antagonisti delle piante coltivate.
Questo cocktail chimico di pesticidi può danneggiare la salute di chi consuma i prodotti dell’agricoltura, tanto che è correlato a diverse patologie mediche: danni al sistema nervoso, problemi polmonari, riduzione della fertilità, aumento di alcuni tipi di tumore, pubertà precoce, diabete e obesità.
C’è perciò un costante dibattito per cercare di salvaguardare il consumatore dai rischi ai quali viene esposto quotidianamente. L’EFSA, European Food Safety Authority, valuta la sicurezza degli alimenti e stabilisce una dose giornaliera accettabile (DGA) di additivi e pesticidi che può essere ingerita giornalmente senza rischi significativi per la salute.
La legge considera però solo l’assunzione dei singoli pesticidi, mentre non si valuta il danno dovuto alla presenza di più pesticidi diversi su un singolo prodotto, né le sinergie tra sostanze diverse, che potrebbero aumentare gli effetti negativi. Per cercare di salvaguardare il consumatore, in Europa esistono tempi di sicurezza tra l’ultimo trattamento di sostanze chimiche e la raccolta.
Con la globalizzazione però sulla nostra tavola ci sono ogni giorno cibi provenienti da tutto il mondo e anche da paesi in cui non sono ancora presenti tutele così avanzate per il consumatore.
Come correre al riparo per evitare questi rischi? Un nuovo studio della RMIT University di Melbourne, in Australia, rivela che seguire un’alimentazione biologica per una sola settimana può ridurre i livelli di pesticidi di circa il 90%. I ricercatori hanno selezionato un piccolo campione di 13 persone facendo loro assumere per una settimana una dieta con l’83% del cibo biologico certificato e il resto probabilmente biologico.
Lo studio ha evidenziato che le quantità di un pesticida chiamato dialchifosfato erano inferiori dell’89% nelle urine di chi aveva seguito una dieta bio rispetto a chi non l’aveva fatto. Secondo la nutrizionista Liza Oates, a capo della ricerca, serviranno altri studi su un campione più numeroso di persone per stabilire se la riduzione dei livelli di pesticidi in chi mangia biologico abbia effetti positivi evidenti sulla salute.
I dati emersi confermano la tendenza dei consumatori che negli ultimi anni si fidano sempre maggiormente dei prodotti bio. Mangiare biologico non è più un’abitudine di nicchia, tanto che nei primi 5 mesi del 2014 le vendite nella grande distribuzione segnano un sorprendente +17%. C’è una propensione maggiore all’acquisto di prodotti senza pesticidi nelle famiglie con un reddito mensile familiare elevato e con un buon titolo di studio.
Dietro la questione del cibo bio si nasconde però un aspetto non irrilevante. Come sempre, quando si parla di qualità, c’è chi cerca di far passare come prodotti bio alimenti che, invece, bio non lo sono proprio. Nello scorso giugno a Pesaro la guardia di finanza ha sequestrato 3mila tonnellate di falsi prodotti biologici destinati al mercato nazionale ed europeo.
Tra pesticidi contenuti in frutta e verdura e falsi bio il consumatore è costretto ad uno slalom culinario alla ricerca dei prodotti migliori da portare a tavola. Allora: “occhio a quello che bolle in pentola!”.
di Arianna Orlando
foto: artspecialday.com
articoli così chiariscono le idee. tanti anni fa gli italiani hanno preferito andare al mare piuttosto che andare a votare il referendum sui pesticidi. Ora forse si accorgeranno che hanno sbagliato a non andare. Forse…
L’articolo è inquietante, forse i pesticidi sono una delle cause delle tante malattie che oggi ci colpiscono, dai tumori alle malattie neurogenerative? Quello che inquieta di più però è la cruda realtà che ci dice che il cibo biologico è e sarà sempre di più accessibile solo a famiglie ad alto reddito, per i più quindi, quelli che a stento sopravvivono di stipendio, ci sarà un futuro di cibi contaminati e salute precaria.