L’olandese della QuickStep vince il Giro delle Fiandre 2018 in seguito ad un attacco da capogiro a 30 chilometri dalla fine, tra le donne trionfa la connazionale Van der Breggen grazie ad una condotta di gara egualmente devastante.
IL PERCORSO
Partenza da Anversa ed arrivo ad Oudenaarde per la ”corsa universitaria del ciclismo”, 267 chilometri tra gli stretti ed impervi muri in pavè nel cuore delle Fiandre. 267 chilometri nel cuore della più famosa (ciclisticamente parlando) regione del Belgio e non solo, luogo simbolo del ciclismo del nord. Il percorso alterna i larghi e piatti stradoni della strada provinciale agli irti e durissimi muri in pietra delle zone periferiche delle piccole cittadine che la corsa attraversa, dove le vibrazioni prodotte al passaggio su quelle pietre sconnesse tanto celebri per i ciclisti fanno piombare sugli atleti un senso di pesantezza e fatica che lasciano a galla solo coloro i quali sanno domare tali pietre e fregiarsi del titolo di uomini per corse dure. I tratti in pavè sono 18 e su tutti svettano Grammont, Koppenberg,Kruisberg, Taaienberg, Oude Kwaremont e Paterberg, tratti di strada lastricati di pietra lunghi dai 400 ai 900 metri dove la pendenza raggiunge spesso il 20%. Come se non bastasse sulla corsa una leggera pioggia bagna le strade sin dal giorno prima, aumentando il coefficiente di difficoltà, ma anche di spettacolo.
LA GARA DONNE
Anna Van der Breggen parte da favorita grazie al palmares straordinario maturato da questa ragazza che non ha ancora 25 anni. La stagione passata ha dominato tutte le più importanti corse di un giorno nelle Ardenne (l’altra regione nobile del ciclismo belga), ha vinto il titolo olimpico ed ha continuato a cogliere qua e la successi che da soli renderebbero straordinaria una carriera, con tappe dei grandi giri o altre corse prestigiose di un giorno solo. Tra le avversarie il compito di tentare di limitare il potenziale della Van der Breggen spettava alla Brennauer, alla Van Vleuten, alla Niewiadoma e alla Van Dijk, le altre favorite per la corsa. La gara risulta spettacolare già prima della metà gara ( prova femminile di 160 chilometri) con il gruppo che inizia ben presto a spezzettarsi in piccoli gruppi che si rincorrono e rimescolano continuamente. La Van der Breggen è però in giornata ed a meno di 30 chilometri da Oudenaarde innesta il turbo sbarazzandosi ben presto di ogni indesiderata compagnia d’azione, mettendo subito in chiaro che non gli basta il titolo di favorita ma vuole fare sua anche la corsa. Alle sue spalle le avversarie provano a ricucire ma la campionessa del mondo Blaak, la vincitrice del Giro d’Italia donne Guarnier e la Pieters, compagne di squadra ( Boels Dolmans, ndr) della Van der Breggen bloccano la corsa tatticamente e consentono all’olandese di imporre il suo ritmo duro fino al traguardo. Ad Oudenaarde per la Van der Breggen (in foto mentre taglia il traguardo) è un tripudio, giunge sulla linea d’arrivo senza nessuno alle spalle per almeno 1500 metri, così che si può gustare con tutta calma i frutti della sua cavalcata trionfale in questa lunga domenica d’aprile. In casa Boels Dolmans la festa non è però finita, in quanto le compagne di squadra della vincitrice, che erano rimaste inattive per non aiutare le inseguitrici, si impegnano invece nella volata per portare la Pieters al secondo posto, realizzando la doppietta per la squadra olandese. Terza la Van Vleuten.
GARA UOMINI
Alla partenza da Anversa nel lotto dei favoriti i nomi sono divisibili in due gruppi, da una parte il tricampione del mondo, già vincitore del Fiandre 2016 e fresco vincitore della Gand Wevelgem Peter Sagan, dall’altra tutti gli uomini della QuickStep-Floors, che schierava praticamente quattro capitani: Gilbert, vincitore nel 2017, un campionato del mondo ed un palmares nelle Ardenne sterminato. Lampaert, fresco vincitore della Dwaars door Vlaanderen, ultima corsa prima del Fiandre. Niki Terpstra, già vincitore della Roubaix del 2014, molteplici podi in Fiandre e Roubaix e vincitore della E3 Harelbeke poco più di una settimana fa, considerata la prova generale per il Fiandre. Zdenek Stybar, passato al ciclismo su strada dopo una carriera nel ciclocross in cui gli ori mondiali rasentano la decina, che si permette di vivere il Fiandre come una prova generale per conquistare il suo sogno, la Roubaix. Tra i favorti ci sono ovviamente anche il campione olimpico Van Avermaet, mattatore della campagna del nord 2017 e Sep Vanmarcke, uno che sulle pietre è praticamente nato, a cui come si dice in gerco ”da del tu senza problemi” ma che rischia di prendersi l’appellativo di eternamente incompiuto; a dire il vero però gli ultimi due non sembrano in una condizione fisica di quelle ideali, risultando meno pericolosi rispetto ai primi.
La fuga prende il via dopo 70 chilometri e, tra gli undici uomini che la compongono, c’è da segnalare il giovane Filippo Ganna, che tra un oro europeo ed uno mondiale su pista, una Roubaix da under 23 ed il passaggio al professionismo, inizia a muovere i primi passi seri in quella che sembra una carriera assai promettente. Nelle retrovie il gruppo lascia fare, concedendo al massimo 6′ di vantaggio. Al passaggio sul Grammont, il luogo sacro e più famoso della Ronde Van Vlaanderen, nessuna accelerazione infiamma la gara come invece era stato nel 2017. Il gruppo procede placido rosicchiando poco alla volta sulla fuga; il cambio di ritmo vero si ha negli ultimi 60 chilometri, si capisce che la corsa si sta per animare quando il gruppo accelera sul Koppenberg a 45 chilometri dal termine, iniziando a fare selezione nelle retrovie. La fuga intanto viene ripresa ed in contropiede scattano Van Baarle, Langeveld e Pedersen. I big si guardano tutti, nessuno prende l’iniziativa arrivando così sul Kruisberg, 35 chilometri all’arrivo, con la fuga che ha ancora 40” di margine mentre l’italiano Colbrelli prova a sparigliare le carte. Nessuno si stacca ma in contropiede Vincenzo Nibali prova il numero clamoroso in una gara che non si addice alle sue caratteristiche. Nibali accelera sul Kwaremont e Tersptra gli si incolla a dietro; il siciliano però sfiancato dai muri di pavè che non sono nelle sue corde, non riesce ad avere la stessa potenza di Terpstra che se lo sfila di ruota e con un passo non esagerato ma costante saluta tutti ed inizia a puntare dritto sulla testa della corsa. Nel gruppo Gilbert e Stybar scortano il compagno di squadra Tersptra anche se nessuno tra Sagan, Vanmarcke, Kristoff, Benoot o il tricampione del mondo di ciclocross Van Aert mette in atto una resistenza efficace. Davanti Tersptra procede con un passo incessante ma non ancora ai massimi regimi, si beve Van Baarle, Pedersen e Langeveld sull’Oud Kwaremont con uno slalom che fa esplodere il boato tra i tifosi (stimati lungo il percorso tra 800’000 ed 1 milione di tifosi), imbocca il Paterberg con 20” su Pedersen e 40” sul gruppo. Proprio sul Paterberg Sagan prova la rimonta epica, e gli va dato atto di essere stato l’unico ad averci provato seriamente, stacca tutti gli avversari salvo poi farsi riprendere avendo capito che la rimonta solitaria non è possibile. In testa alla corsa Terpstra invece innesta il rapporto più duro ed inizia la cavalcata trionfale verso il successo, Pedersen resiste con una prova di tutto cuore e devozione al ritorno veemente del gruppo ma non riesce a chiudere i 20” su Terpstra che oramai è lanciato ai 50 km/h orari verso Oudenaarde, dove taglia il traguardo dopo una prova fisica entusiasmante. Pedersen giunge sul traguardo stremato, quasi barcollante, ma con una manciata di secondi di vantaggio sul gruppo; il ciclista della Trek Segafredo conquista un secondo posto meraviglioso per la prova offerta negli ultimi 20 km. La QuickStep, squadra di Tersptra (In foto copertina), che festeggia proprio oggi i 20 anni di attività conquistando per la settima volta la Ronde van Vlaanderen, festeggia ulteriormente in quanto Philippe Gilbert regola la volata del gruppo e sale al terzo posto.
Foto: Ronde van Vlaanderen twitter
Scrivi