Cimitero dei frati Cappuccini a Roma: opera d’arte o macabra esposizione?

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Esiste un luogo, nel centro storico della capitale, dove i turisti, italiani e stranieri, fanno la fila per ammirarne la singolarità di quanto raccolto ed esposto. È raro poter ammirare in Italia delle cripte museali dove religiosità, spiritualità, curiosità ed orrore sono in un perfetto connubio espositivo, creato apposta per indurre alla preghiera, alla meditazione ma anche ad una certa arte funebre, liturgica ma misteriosa.

Si tratta del Museo, cimitero storico e cripta dei frati minori Cappuccini, adiacente alla Chiesa barocca di Santa Maria della Concezione, costruita nel 1624 per volontà del cardinale Antonio Barberini e ornata con i dipinti di Pietro da Cortona e Domenichino: una esposizione di moltissimi aspetti significativi di questi frati, articolato in otto sale che mettono in risalto lo stile di vita semplice, la vicinanza ai poveri di questo ordine religioso di cui viene tratteggiata la propria storia dal cinquecento ai tempi odierni.

Appena entrati dopo la biglietteria si accede ad un corridoio e ai quattro ambienti del cimitero che presenta all’ingresso la scritta “Noi eravamo come voi e voi sarete come noi”. In ognuna delle stanze sono raccolte le ossa di circa quattromila frati morti a Roma in un periodo che va dal Cinquecento al 1870. Le ossa sono posizionate in modo da formare ghirlande ed elementi decorativi mentre alcuni scheletri sono vestiti con i sai dei frati e collocati in nicchie anche esse costruite abilmente con delle ossa.

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La struttura venne realizzata verso la fine del Settecento, forse ad opera di  un francese scappato dal periodo del Terrore della rivoluzione che una volta giunto a Roma ha voluto in questo modo esorcizzare e porre simbolicamente fine all’Ancien Regime. Altri studiosi invece ipotizzano una traccia di tipo massonico, mentre è possibile che sia solo un’opera dei cappuccini come monito riguardo la brevità della vita e del corpo.

Le guide che ci accompagnano nella visita spiegano  che forse  la terra che si trova sul pavimento delle stanze provenga dalla Terra Santa. Comunque, la Cripta è un’opera d’arte singolare dal gusto macabro tutto barocco, un “memento mori” artistico e filosofico da ammirare in silenzio e meditazione, poiché ci si trova di fronte a delle reliquie di frati vissuti in privazioni e santità.

Dopo alcune sale esterne dove si trovano bellissime opere pittoriche si accede ad  un lungo corridoio sul quale si affacciano cinque cappelle, decorate sulle volte e sulle pareti con i resti mortali di quasi 4.000 frati vissuti tra il 1500 e il 1800, composti in modo tale da formare rosoni, lesene, stelle, clessidre, orologi e farfalle, lampadari e croci. Alle pareti sono accatastate in modo artistico migliaia di tibie, femori e teschi trasformati in materiali da costruzione atti a creare un ambiente davvero particolare.

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Come arrivarci: il Museo si trova nella famosissima via Vittorio Veneto, al civico 27, poco distante da piazza Barberini, e alla fermata della metropolitana linea A della omonima piazza. Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18,30. Costo del biglietto intero 10 euro mentre il ridotto e di sei euro e mezzo. Oltre all’ingresso nel museo è da visitare anche la pregevole chiesa annessa alla stessa struttura conventuale.

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