Quando si parla di programmazione neurolinguistica, meglio nota come Pnl, Mk Ultra, caschetti per il mind control e lavaggio del cervello, siamo portati ad associare il tutto al mondo dello spionaggio internazionale.
Tali tecniche in effetti venivano usate soprattutto nei primi anni 60, dalla CIA e dagli altri organi preposti alla sicurezza nazionale, per condizionare in maniera anonima l’operato delle spie, portandole addirittura ad espletare ordini governativi di cui cancellavano il ricordo.
Se questi sistemi in passato venivano usati in maniera poco ortodossa, oggi gli studiosi dello staff “Più che puoi”, capitanati da Italo Pentimalli, hanno capito che possono rivelarsi essenziali per implementare le potenzialità più remote della nostra mente, consentendoci così di superarne limiti e barriere.
La nostra mente è infatti una fucina meravigliosa di cui non conosciamo che poche e superficiali informazioni.
Eppure l’uomo possiede un cervello con abilità innate per riconoscere modelli nello spazio e nel tempo.
Le limitazioni derivano dalla nostra mancanza di ascolto interiore, di concentrazione e soprattutto di allenamento mentale.
Per migliorare le nostre prestazioni, occorre innanzitutto liberarsi delle informazioni non necessarie e reimpostare il nostro cervello affinché riceva i giusti stimoli e si attivi nella direzione desiderata.
Uno dei metodi più diffusi ancora oggi è quello della meditazione, tecnica antica quanto l’uomo.
Purtroppo i ritmi frenetici dei nostri giorni non ci consentono di dedicarci a tale “isolamento” catartico con la giusta frequenza.
Gli studiosi di Più che puoi hanno scoperto si può “riprogrammare” il nostro cervello inviando messaggi subliminali durante l’ascolto della musica: una sorta di meditazione praticabile in qualsiasi momento della giornata, anche quando siamo imbottigliati nel traffico cittadino.
EFFETTO MOZART NEL SILENT SUBLIMINAL TECHNOLOGY
La tecnica del “Silent subliminal technology” si basa sul cosiddetto “Effetto Mozart”, teoria elaborata nel 1993 dai fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher.
Secondo i due ricercatori, la Sonata in Re maggiore per due pianoforti (KV 448 e 488) di Wolfgang Amadeus Mozart, causerebbe un temporaneo aumento delle capacità cognitive, della durata di circa 15 minuti.
In particolare l’effetto riguarda la sfera dello spazio temporale, deputata all’analisi delle forme, disposizione degli oggetti nello spazio e potenziamento del senso di orientamento.
Anche il medico e otorinolaringoiatra francese Alfred Tomatis aveva definito l’orecchio “ l’organo chiave nello sviluppo totale dell’uomo, che permette a tutto il corpo di diventare un’antenna ricettrice che vibra all’unisono con la fonte del suono”.
La musica di Mozart viaggia sulle alte frequenze, le stesse usate dal cervello dei bambini quando iniziano ad apprendere. Poiché il loro cervello è una sorta di “tabula rasa”, tutte le informazioni vengono assorbite senza mediazioni o filtri. Fatta questa premessa, potremmo paragonare l’Effetto Mozart “ad una stele di Rosetta” per il codice o linguaggio interno delle funzioni cerebrali più alte.
La “Silent Subliminal technology” trasforma segnali/suoni udibili in porzioni piu’ alte dello spettro audio di partenza con il risultato che gli orecchi non possono udirli ma il cervello invece riesce a percepirli.
In pratica il suono udibile viene modulato e traslato in una banda di frequenze oltre i 14.000 Hertz diventando così inaudibile per l’orecchio umano ma rimanendo percettibile dal cervello e da tutto il corpo comprese le ossa (in particolare quelle del cranio), i muscoli e la pelle.
Se durante l’ascolto della musica inviamo messaggi subliminali, il nostro cervello li recepisce e li applica, in quanto superano il filtro della coscienza.
UTILIZZI
Oggi attraverso questa tecnica, si può riprogrammare il nostro cervello a piacimento, a seconda delle nostre esigenze.
Questo, a detta dei ricercatori dello staff di Italo Pentimalli e di “Più che puoi”, che da anni studiano il fenomeno.
Ancora tuttavia siamo agli albori di una nuova era. Non ci resta che aspettare e verificare l’effettiva riuscita dell’esperimento.
di Simona Mazza
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