Silenzio o confusione?
La Teogonia di Esiodio, poeta epico dell’VIII secolo A.C., afferma che l’Universo sarebbe nato dal Caos primordiale. “In principio era il Caos”, dove erano racchiusi tutti gli elementi indifferenziati dell’Universo.
Dal Caos si generarono la Terra ed Eros, la forza dell’amore, e dalla loro unione nacque Armonia.
Nel Caos dunque ci sono già in nuce tutte le risorse di cui abbiamo bisogno.
Se è vero che nella confusione spesso troviamo idee e risposte utili all’atto creativo, è anche vero che abbiamo bisogno di un periodo di silenzio e “sbollitura”, durante il quale è necessario ascoltarci e fermare i pensieri emotivi, stare più sull’emozione che sul pensiero stesso, per prendere decisioni più giuste.
Come si costruisce il silenzio?
Il silenzio si costruisce goccia a goccia, non è un processo automatico che arriva all’improvviso.
Quando si pratica la meditazione, questa condizione si può sperimentare nel momento in cui siamo in grado di accumulare uno spazio di coscienza che è il “silenzio interiore”, ovvero quando si raggiunge uno stato di “consapevolezza pura”, data dall’assenza pensiero, di emozioni, di percezioni fisiche.
Se ciò accade, si riesce a raggiungere una sorta di dimensione trascendentale, nella quale l’unica cosa che rimane è la “consapevolezza di esistere”.
Come si fa a fermare la mente ed il chiacchiericcio dei pensieri di sottofondo?
Non bisogna sforzarsi, piuttosto lasciare fluire questo spazio di silenzio, poiché quest’ultimo, così come il risveglio, non è una cosa che ci dobbiamo sforzare di raggiungere: è uno stato di coscienza che va oltre la mente e che ci sfugge nel momento in cui tentiamo di raggiungerlo.
Per raggiungere tale stato, dobbiamo solo aprire uno “spazio” particolare nel quale esso emergere piano piano.
La meditazione
Chiunque si accosti alla meditazione per la prima volta, si accorge che quando si inizia ad osservare la mente, essa inizia ad elaborare pensieri in associazioni continue, incessanti, illogiche ed automatiche, che fluiscono in maniera incondizionata.
Possiamo addirittura temere questo stato mentale, poiché sembrerà di vivere sin uno stato di follia.
In realtà è il primo passo verso il “risveglio”, come ci insegnano i pensatori orientali, un passo che ci aiuta a vedere oltre i condizionamenti del mentale.
Cosa accade alla mente?
La mente si muove in maniera automatica, quando ce ne accorgiamo vuol dire che ci troviamo in un più alto livello di consapevolezza.
Solo riconoscendo questo stato della mente possiamo costruire uno spazio di silenzio in cui non necessariamente sparisce il pensiero.
L’importante è osservare e lasciare andare i pensieri liberamente.
Creare uno spazio di silenzio interiore vuol dire continuare a seguire i pensieri, ma esserne al tempo stesso “osservatori” e “testimoni”, vuoi dire essere in grado di elevarsi e guardare con distacco.
La visualizzazione
Per riuscire nell’intento possiamo ricorrere alle “visualizzazioni”.
Ad esempio, pensiamo di essere immersi nella natura.
La natura è il luogo ideale non solo quando si vuole entrare in vibrazione con l’universo, ma anche quando si vuole entrare in dissonanza e/o in accordo con noi stessi.
Immaginiamo pertanto di trovarci in cima ad una montagna e vediamo dall’alto il magma caotico dei nostri pensieri.
Guardare in “terza persona” con il distacco dell’osservatore, permette di vivere la mente con una distorsione percettiva positiva.
Quando diventeremo abili nella tecnica delle visualizzazioni riusciremo a sederci davanti a un tramonto e sperimentare, anche per pochi istanti, il “silenzio assoluto”, uno stato in cui la mente è immobile, le emozioni si acquietano e siamo coscienza pura.
L’unica sensazione presente sarà la consapevolezza di esistere.
Sembra difficile da esprimere perché il linguaggio e la scrittura non possono descrivere tale esperienza trascendentale, per cui non ci resta che provare.
Il respiro
Piccolo consiglio: come abbiamo più volte sottolineato, il respiro è fondamentale, ma ancora più importante è l’apnea, poiché sospende la mente e le associazioni automatiche anche per un attimo.
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