Rivalità o eccessiva competitività? Lo stress da lavoro colpisce sempre di più il sesso femminile a dispetto di quello maschile, la causa si ritroverebbe proprio nella scarsa autostima che fa accendere la fiamma della competizione . Ma questo vale solo per le donne in quanto negli uomini sembra che la rivalità stimoli la loro creatività.
Occhiatacce, e dispetti: se minacciate, le donne possono arrivare a dare il peggio di loro soprattutto sul posto di lavoro. Il problema principale è che spesso la competizione femminile non è dichiarata apertamente, non si manifesta in sfoghi o litigi diretti, ma si rintraccia attraverso pettegolezzi o attacchi alle spalle.
Un comportamento che a volte può generare un’aggressione più psicologica che fisica e nei casi più gravi si può arrivare a parlare di mobbing emozionale che non riguarda i rapporti capo/dipendente ma i rapporti interpersonali tra colleghe. Questo può accadere per diversi motivi tra cui il troppo “perfezionismo” che ci distingue appunto dal collega maschio, tendiamo a prendere il lavoro più puntigliosamente rispetto a loro e di conseguenza questo atteggiamento ci porta ad avere grandi pretese nei confronti di chi lavora con noi. Inoltre prendiamo tutto troppo di petto, non è nei nostri piani il “lasciar correre”, mentre gli uomini alle volte ci sembrano superficiali ma in realtà così loro riescono a evitare di incastrarsi in situazioni spiacevoli senza reali motivi.
Un’altra spiegazione e forse quella più vera è legata all’invidia. Essa è un impulso che inganna se stessi, un meccanismo di difesa che mira a togliere ad un’altra persona quella caratteristica che vorremmo tanto fosse nostra. Maldicenze e pettegolezzi sono il mezzo per eliminare nell’avversario ciò che invidiamo e ci fa sentire più forti e sicuri.
Ma care donne mi dispiace svelarvi che creare attriti non ci rende più belle o più magre, e non rende la collega più brutta o più grassa. A tutto c’è una soluzione. Innanzitutto si può imparare a governare questo impulso e addirittura si può trasformarlo in uno stimolo positivo volto a migliorarsi. Per esempio se invidiamo qualcuno che è più magro di noi forse ci darà la giusta carica per metterci finalmente a dieta e lo stesso vale per tutto il resto.
Ricordatevi che nel “ farsi amici i peggiori nemici, c’è sempre qualcosa da imparare”. In secondo luogo cerchiamo di essere più morbide, arrabbiarsi per tutto quelle succede rovina la vita a noi e agli altri. Lasciamo correre ogni tanto e discutiamo solo se la cosa ci crea davvero dei problemi, farne una questione di “principio” è la scelta più errata.
Infine ricordiamoci che lavorare bene è giusto, ma che siamo tutti esseri umani e la giornata storta capita anche a noi, quindi piuttosto che mettere in croce una collega che non rende abbastanza, proviamo a tirarla su di morale e sicuramente l’aiuteremmo a lavorare meglio.
di Federica Bernardini
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