È finito un altro campionato tra le polemiche, come spesso accade nel nostro paese. Polemiche e resoconti di giornata che oggi vogliamo accantonare in favore delle emozioni e dei ricordi. Non è tempo di discutere, ce n’è già stato e ce ne sarà durante l’ennesima estate rovente del calcio nostrano che dovrà tirare le somme dopo lo scandalo del Calcio Scommesse.
Oggi è un giorno triste: il day after l’abbandono di fenomeni veri. Non ci va nemmeno di sottolineare storie di contratti non rinnovati, di cacciate e di allontanamenti volontari. Oggi vogliamo solo rendere omaggio a cinque alfieri che hanno portato in alto il tricolore, ci hanno fatto gioire, piangere, urlare in una notte di sei anni fa. I luoghi comuni sui calciatori e il loro attaccamento ai soldi non ci straniscono stavolta. Vogliamo credere alle loro lacrime e, ricordando gli aneddoti sportivi che ci portiamo dentro, inumidirci gli occhi con loro. Non sarà l’addio al calcio per questi ragazzi, gli unici che, per sentirsi ancora importanti, reputano calcio quelle sottospecie di campionati in Asia e negli Stati Uniti.
Non ce ne vorranno se non condividiamo le loro scelte, se non accettiamo che il nostro campionato li perda non per ritiro sportivo ma per i petroldollari, asiatici o americani che siano. Le miriadi di anni passate a vederli vestiti con la stessa maglia, saperli come simboli di un calcio che, in continuo divenire, poggiava le basi su professionisti come loro. La comunanza della maglia azzurra non è un dettaglio, e se sei commissari tecnici hanno sempre contato su di loro, non si possono elencare i motivi per cui quell’azzurro glielo vediamo ancora cucito addosso.
Gli uomini fuori dal campo non li conosciamo, ma ce li vogliamo immaginare esattamente come vestivano calzoncini e parastinchi. Ieri è stato l’addio al calcio italiano di tanti protagonisti. Ci sentiamo in obbligo di salutare senza dubbio Seedorf, genio e assiduo frequentatore del nostro campionato; così come Di Vaio, talento mai totalmente espresso ma indiscutibile trascinatore. Un cenno di rispetto anche per Van Bommel, uno dei tanti grandi che ha chiuso la sua comparsata nella serie A. Saluti e cenni ci stanno, ok, ma i nostri ricordi li lasciamo ad altri.
Per loro, per i nostri porta-colori, abbiamo qualcosa di più. Non bastasse ricambiare le lacrime, gli porgiamo il cappello e gli restituiamo gli inchini che ci hanno regalato ieri. Dopo questo, e dopo aver ripercorso insieme le loro carriere come un film lungo anni e anni, gli diciamo grazie. Nesta, Zambrotta, Gattuso, Inzaghi, Del Piero: un pezzo del· nostro calcio più forte di sempre che se ne va, ma che resterà sempre negli occhi, nei ricordi e nei cuori. Grazie campioni.
Daniele Conti
Foto: barlettalife.it
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