Con le primarie in Iowa, parte la corsa alla Casa Bianca. Clinton e Trump i favoriti

clinton-trumpSta entrando nel vivo la campagna elettorale per le Presidenziali degli Stati Uniti che, il prossimo mese di novembre decreteranno l’identità dell’inquilino della Casa Bianca nel quadriennio 2017-2021. Sicuramente non sarà il Presidente attuale, Barack Obama, già eletto due volte, in quanto la Costituzione vieta espressamente il terzo mandato consecutivo.

Il 1° febbraio partiranno le elezioni primarie, con le quali i due partiti principali, il repubblicano e il democratico, individueranno il proprio candidato per le consultazioni generali di novembre. Ma, prima di ciò, i concorrenti dovranno saltellare da uno Stato a l’altro in una massacrante gimkana elettorale che si concluderà solo ai primi di giugno. Infine ci saranno le “convention” dei due grandi partiti, nelle quali i rappresentanti dei cinquanta Stati + uno formalizzeranno i risultati delle primarie.

La prima di queste consultazione si terrà nello Stato dello Iowa; non è una elezione primaria vera e propria ma un “caucus”, cioè una specie di sondaggio tra gli iscritti ai due partiti. La consultazione è una delle ultime arrivate, nel panorama elettorale, ma è cresciuta di importanza a partire dal 1976, quando ha inaspettatamente posto alla ribalta lo sconosciuto candidato democratico Jimmy Carter, che poi sarebbe diventato Presidente. Da allora, soprattutto tra i democratici, nessun candidato vuole più farsi prendere in contropiede e si impegna a “menare per primo, per menare due volte”.

Tra i democratici, la corsa dell’ex segretario di Stato Hillary Clinton è partita da tempo e per molto tempo è stata la donna sola al comando. La Clinton rappresenta la linea di continuità della politica del Partito Democratico, definita dal marito Bill, nel suo doppio mandato presidenziale (1993-2001) e perseguita dal Presidente attuale, cioè un sostanziale disimpegno militare degli Stati Uniti sui vari fronti “caldi” del pianeta, per occuparsi soprattutto del tenore economico dei cittadini e del sistema economico-produttivo, in particolare. In tale politica è stata scavalcata a sinistra dal senatore del Vermont, Bernie Sanders, addirittura socialisteggiante. Solo intorno alle festività natalizie, Sanders è sembrato destare preoccupazioni – almeno secondo i sondaggi – alla cavalcata trionfale della Clinton che ha già nel carniere i voti di molti dei rappresentanti alla convention democratica, non vincolati al voto delle primarie. Il terzo incomodo, cioè il governatore del Maryland Martin O’ Malley, non sembra aver spazio.

Gli ultimi sondaggi per quanto riguarda le primarie in questione, tuttavia, stanno registrando una forte impennata nei consensi di Sanders che avrebbe addirittura affiancato la Clinton. Ciò ha acceso ancor più l’interesse per questa consultazione.

In campo repubblicano, sta ottenendo forti consensi il ricco imprenditore immobiliare newyorkese Donald Trump, che ha impostato la sua campagna elettorale su posizioni ultraconservatrici, con dichiarazioni favorevoli al libero utilizzo delle armi da fuoco e la sua proposta di vietare, almeno temporaneamente, l’ingresso agli immigrati di religione islamica. Dietro di lui, l’unico serio avversario sembra essere il senatore del Texas, di origine italo-cubana, Ted Cruz, anch’egli conservatore ma non estremista. Ma, secondo l’ex presidente Bill Clinton, ormai opinionista in ogni dove, alla fine, in campo repubblicano, la spunterà Jeb Bush, terzo esponente della famosa famiglia di uomini politici a correre per la Casa Bianca.

Nonostante l’appoggio a Trump dell’ex governatrice dell’Alaska, Sarah Palin, già candidata alla vicepresidenza nel 2006, i sondaggi nello Iowa indicherebbero un testa a testa tra lo stesso Trump e Ted Cruz, mentre Bush non sembra impegnarsi particolarmente. Tra i repubblicani, infatti, queste elezioni non sono mai state così indicative come in quello democratico. In ogni caso, già si profilano all’orizzonte le primarie dello Stato del New Hampshire, molto più consistenti, sotto il profilo della base votante e che hanno costituito – da sempre – un espressione, in molti casi decisiva, della volontà popolare statunitense.

di Federico Bardanzellu 

Nella foto, Donald Trump e Hillary Clinton: The Telegraph

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