È scattata l’altro ieri notte alle 2:45 in Argentina l’edizione 2011 del trofeo continentale del Sud America. La vigilia della competizione è stato un continuo scrollarsi di dosso polemiche e fattacci. Che il torneo fosse nato sotto una cattiva stella lo si era intuito dopo la tragedia giapponese, in seguito alla quale la selezione del sol levante si era vista costretta a rinunciare all’invito della federazione latino-americana. A prendere il posto dei nipponici è stato il Costa Rica, chiamato come rimpiazzo dopo la rinuncia anche degli USA. Non bastasse questa caduta di stile, ci hanno pensato otto componenti della nazionale messicana a gettare fango sulla manifestazione, rendendosi protagonisti di uno scandalo a luci rosse durante il ritiro, per il quale sono stati espulsi dalla selezione. Sotto il bersaglio delle critiche è finita anche l’organizzazione dell’evento, ritenuto troppo dilatato nel tempo e con una formula innovativa che ha portato a partecipare nazioni straniere e completamente fuori posto. I soldi fanno gola e la continua ricerca di guadagni ha travisato anche stavolta lo spirito continentale di questo storico appuntamento. Non è tutto: la maledizione è proseguita, e si spera sia terminata, con gli episodi di violenza seguiti alla retrocessione in serie B del River Plate. Il calcio argentino ha mostrato ancora una volta la sua pericolosità, la sua ferocia e la sua distruzione. Il “Monumental”, teatro delle gare casalinghe dei millionarios e della finale della coppa continentale, è stato gravemente danneggiato, ed è una lotta contro il tempo quella per renderlo agibile per la gara di fine luglio. Tra tutto ciò si inizia a parlare di calcio giocato: i padroni di casa dell’albiceleste non sono andati oltre il pari contro i modesti boliviani. Messi e gli “italiani” in ombra, così come il gioco spumeggiante che caratterizza da sempre l’argentina. Che si risenta della tensione per tutte queste avversità? Presto per dirlo; ma il fragile giocattolo di Buenos Aires ieri non è sembrato capace di dribblare i problemi che sono stati invece districati dai vertici dell’organizzazione, seppur goffamente, seppur con un imbarazzo più che giustificato.
Daniele Conti
Foto: sport10.it
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