La diatriba stavolta, Signori miei, è piuttosto intricata e complessa…
Sarei tentata di dire che amare è semplicemente quello stato di grazia in cui ci si trova quando, non appena l’amato bene appare, il cuore comincia a battere all’impazzata, il rossore colora le gote e pian, piano si diffonde nel corpo come un fluido che ci riempie e ci stordisce.
Ma l’amore è anche quella sensazione di appartenenza a qualcuno che avvertiamo al basso ventre, che ci annacqua lo sguardo, genere triglia, e ci fa stare con la testa fra le nuvole, in un mondo tutto nostro dove baci e carezze prendono il sopravvento su tutto.
Ma a questo punto mi chiedo? Questo mélange di splendide sensazioni, sono sufficienti a definire il concetto di amore?
Credo che effettivamente amare significhi anche “comprendere l’altro” nel senso più ampio del termine; è ovvio che ci sono caratteri ed esigenze diverse, ma se davvero si ama, credo che ci sia bisogno di venirsi incontro, cercando di non giudicare mai l’operato altrui. Siamo liberi di scegliere se accettarlo o meno, ma non dovremmo mai tentare di cambiarlo, ma anzi capirlo e farlo diventare parte integrante di quelle piccole imperfezioni che colorano in modo inaspettato e nuovo il nostro rapporto e la nostra persona.
C’è chi dice che, nel momento in cui c’è troppa “sopportazione”, l’amore lentamente si spegne e l’abitudine prende il sopravvento; tutto sommato credo che, facendo sempre una buona autoanalisi e mettendo da parte orgogli sciocchi e presunzioni banali, il “sopportarsi” alla lunga diventi un elemento di forza piuttosto che di debolezza!
Per concludere questa mia elucubrazione ci terrei a dire che, comunque sia, bisogna fare taaaanto amore, perché sarà un luogo comune, ma resta pur vero che “l’amore si nutre d’amore”.
La luna consiglia un aperitivo in spiaggia al tramonto, come colonna sonora, il rifrangersi delle onde…
E se…non foste ancora “sazi” di romanticismo, scegliete qualcosa di appettitoso che solletichi il vostro palato e cucinatelo insieme!
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