E’ stata emessa la sentenza di primo grado per il “Crack Cirio”. La condanna a quindici anni di carcere richiesta a marzo scorso dai pubblici ministeri per Sergio Cragnotti, è stata ridotta a nove. Insieme all’ex presidente della Lazio, che rimane il principale protagonista del crollo della Cirio, vengono condannati anche i suoi figli Andrea 4 anni, Elisabetta e Massimo 3 anni e il genero Filippo Fucile 4 anni e mezzo, mentre viene assolta la moglie. Per il disastro da 1.125 milioni di euro è stato condannato a quattro anni anche Cesare Geronzi che dichiara di restare tranquillo in quanto ritiene la sua condotta corretta, e assente da illeciti. Cade ogni accusa, invece, per L’ex A. D. della Banca popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani, per il quale la richiesta di condanna dei pm era di sei anni ma che il Tribunale di Roma ha ritenuto non colpevole. Decise a titolo provvisorio anche le entità dei rimborsi per un ammontare di 200 milioni di euro, da versare all’amministrazione straordinaria Cirio, da parte dal responsabile Unicredit e dagli imputati condannati. A carico della banca e degli stessi condannati anche le spese legali sostenute dalle parti coinvolte in questo processo. Molto esplicito il commmento di Antonio Di Pietro, “E’ il minimo, per aver fatto morire anche di fame un mare di gente. Chi delinque deve andare in galera, che è il modo migliore per far capire a chi delinque che la deve smettere”.
di Redazione
foto: notizie.it.msn.com
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