La ricerca condotta dalle Università di Pisa e di Monastir in Tunisia
Importante risultato dell’ateneo pisano
Importante il risultato ottenuto da uno studio condotto dall’università di Pisa nel contesto di una collaborazione con l’università di Monastir in Tunisia: dagli scarti delle produzioni agricole si possono ricavare preziosi oli essenziali dalle proprietà antimicrobiche.
Lo studio, ora accessibile all’intera comunità scientifica, è stato recentemente pubblicato sulla rivista Chemistry and Biodiversity.
Estrazione di oli essenziali dagli scarti agricoli
Il processo agro-alimentare della coltivazione di specie vegetali destinate al consumo causa l’accumulo di una grande quantità di scarto che in Tunisia arriva a toccare le 180 tonnellate al mese. Gli scarti agricoli oggetto di studio sono stati forniti dall’università tunisina ed analizzati dai biologi, farmacologi e fitochimici di entrambi gli atenei. In particolare lo studio ha riguardato le parti non destinate al consumo di carote gialle ed arancioni e di alcune varietà di finocchio. Dalle foglie e dai fusti i ricercatori hanno estratto gli oli essenziali mediante un processo di distillazione.
Proprietà antimicrobiche degli oli estratti
Gli oli estratti possiedono attività antimicrobica verso vari microrganismi patogeni tra cui lo Stafilococco aureo, la Salmonella enterica, l’Escherichia Coli e la Candida Albicans, responsabili delle più comuni infezioni.
Il risultato più importante ottenuto riguarda l’olio essenziale di finocchio della varietà ‘’azoricum’’. Quest’olio possiede un’attività antimicrobica nei confronti della Candida persino maggiore del più efficace farmaco antifungino attualmente in commercio: l’amfotericina B. Un risultato incoraggiante che potrebbe aprire le porte alla produzione di nuovi farmaci.
Caratterizzazione chimica
Il lavoro principale dei ricercatori italiani è stato quello di caratterizzare gli oli estratti identificandone i composti presenti mediante analisi chimica gas-cromatografica abbinata alla spettrometria di massa.
Queste analisi richiedono strumentazioni altamente complesse e personale qualificato. Le analisi hanno permesso di individuare 60 diversi composti con una caratterizzazione globale della composizione degli oli pari al 93%.
I ricercatori
Il lavoro è stato svolto dal professor Guido Flamini e dalla dottoressa Roberta Ascrizzi del dipartimento di Farmacia dell’Ateneo.
Il professor Flamini ha sottolineato l’importanza sociale della ricerca: ‘’Nell’ottica di un’economia circolare abbiamo utilizzato residui di lavorazione per realizzare un prodotto con un alto valore aggiunto contribuendo così alla riduzione dei rifiuti e ai costi di smaltimento a carico degli agricoltori. L’idea è quella di proseguire la ricerca utilizzando come materiale di partenza anche scarti di altre specie coltivate.’’
In futuro le aziende agricole interessate o consorzi più grandi potrebbero acquistare un distillatore di dimensioni artigianali per autoprodursi oli essenziali dalle preziose proprietà, sfruttando materiali di partenza a costo zero.
In foto: Idrodistillatore Clevenger per l’estrazione degli oli essenziali dal materiale vegetale
Fonte foto copertina: buonanuova.it
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